chiesa normanna di mili

Porte aperte all’antica Chiesa Normanna di Mili: visite guidate con l’Archeoclub dello Stretto

Pubblicato il alle

3' min di lettura

Visite guidate domenica 8 maggio alla scoperta della Chiesa di Santa Maria di Mili (nota come “Chiesa Normanna”), piccola abbazia, monumento di inestimabile bellezza, edificata nel 1091 e purtroppo oggi abbandonato. L’iniziativa, organizzata dall’Archeoclub dello Stretto, mira proprio a far conoscere ai cittadini di Messina e provincia (ma non solo) questo bene precluso alla fruizione del pubblico. 

L’evento di domenica si inserisce nell’iniziativa “Chiese Aperte” di Archeoclub d’Italia, giunta alla sua XXVIII edizione. Le visite guidate si svolgeranno dalle 9.00 alle 13.00 di domenica 8 maggio 2022. Ad accogliere i visitatori e fare da ciceroni, oltre ai soci dell’Archeoclub, i ragazzi del CTG gruppo LAG – Mili San Pietro, mentre gli studenti dell’ Istituto Comprensivo Tremestieri animeranno la manifestazione con le note della loro musica. In quest’occasione sarà possibile, inoltre, visitare la mostra di costumi dell’epoca allestita dagli studenti del Liceo Artistico Statale “E. Basile” Messina.

«Da tempo immemore – sottolineano dall’Archeoclub dello Stretto – questa piccola abbazia, monumento di inestimabile bellezza, è stata condannata all’abbandono. Il degrado del monastero con ripetuti crolli ha imposto la messa in sicurezza e la conseguente necessità di chiudere definitivamente l’accesso al chiostro, unico spazio dal quale era possibile ammirare la bellezza dei prospetti e dell’abside».

Un po’ di storia sulla Chiesa Normanna di Mili

A raccontarci un po’ di storia della Chiesa Normanna di Mili sono gli organizzatori dell’iniziativa. «La Chiesa – spiegano – fatta edificare nel 1091 da Ruggero d’Altavilla, che l’affidò all’abate Michele perché vi radunasse i monaci greci che vivevano sul territorio, è tra le prime testimonianze dell’architettura arabo-normanna in Sicilia. Sembra essere la “matrice”, la simulazione fatta prima di avviare la fabbrica delle poco distanti chiese di S. Pietro ad Itala e dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò a Casalvecchio. Prototipo che connoterà l’architettura dei normanni nella Val Demone».

Il monastero fu venduto ai privati nel 1866 a seguito dell’emanazione delle leggi dello Stato unitario, mentre la chiesa è tuttora patrimonio del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’interno. Dopo il terremoto furono eseguiti alcuni interventi di restauro ad opera dell’architetto Valenti. La chiesa venne allora spogliata degli stucchi, degli intonaci e degli altari. Nella chiesa parrocchiale di Mili San Pietro sono conservate una tavola del 1638 di Francesco Laganà raffigurante la Madonna del Rosario tra devoti oranti, un’acquasantiera in marmo cinquecentesca ed una campana settecentesca. La lapide che ricorda la sepoltura di Giordano, figlio di Ruggero, è conservata nei depositi del Museo Regionale di Messina.

Maggiori informazioni a questo link.

(354)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.