Un racconto per immagini dedicato allo Stretto di Messina visto con gli occhi di Giovanni e Francesco: questo in poche battute è “Caronte“, film documentario scritto e diretto da Nunzio Gringeri, prodotto da Onirica e Zabriskie Studio, che dopo un’anteprima a Berlino, torna a casa per presentare il lavoro, stasera alle 20.45, al Multisala Iris.
Così mossi dalla curiosità sul linguaggio del regista, nato a Milazzo nel 1981, abbiamo scambiato due chiacchiere con lui, tra luci crepuscolari e tagli perfetti. «Viviamo in un luogo in cui non diamo abbastanza importanza alla bellezza paesaggistica, ho bisogno degli orizzonti, di avere uno sguardo lungo ed è uno dei motivi per cui sono tornato».
“Caronte”, il film documentario di Nunzio Gringeri
Sono due i punti di vista sviluppati in “Caronte”: quello di Francesco che osserva lo Stretto di Messina dal mare, a bordo della feluca della sua famiglia, guidata da Franco Mancuso; e quello di Giovanni (in foto), pastore che segue l’orizzonte dall’alto delle colline della città. «I protagonisti – racconta Nunzio –, non si incontrano mai, ma sono legati dalle atmosfere dello Stretto e da un passaggio di saperi, tramandati generazione dopo generazione».
Ma qual è la genesi del documentario? «Il film parte da “38° Nord”, una sorta di appunti per un film; il mio lavoro finale al Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo. Si tratta di osservazione pura sulla città e sullo Stretto di Messina e nel tempo mi sono reso conto che mancava un po’ di umanità, di persone che vivessero quel luogo: da qui lo sviluppo di “Caronte” che esisteva già come progetto».
Partono così le ricerche, i sopralluoghi, gli scatti per capire prospettive, tagli, luci e gli incontri con chi sarebbe poi diventato il protagonista. «Non è stato difficile trovare Giovanni. Mio nonno aiutava un pastore e mi portava in giro, scoprendo mondi incredibili. Tra questi c’era Giovanni, uguale a come lo ricordavo io vent’anni prima. Si è creato un legame molto forte, che è quello che cerco nei miei lavori». E “Caronte” è proprio dedicato a Giovanni, scomparso nel 2021.
Raccontami lo Stretto di Messina
Se Giovanni racconta la città vista dall’alto, tocca a Francesco osservare il mare dello Stretto da vicino. «I felucari – dice Nunzio Gringeri –, rientrano in quel discorso di ciclicità che mi interessava. Un pesce che ritorna ogni anno e che i pescatori aspettano». E su questo mondo sono usciti diversi lavori documentaristici. Nunzio, perché un altro film sullo Stretto di Messina? «Credo che “Caronte” sia legato al mio ritorno alla casa base, come fosse una restituzione. Credo di aver fatto un lavoro che non parla solo della pesca del pesce spada o della valorizzazione del territorio; il documentario inizia con Francesco che si trova sulle navi mercatili e ritorna a casa e non è ancora uomo, perché lo diventi solo dopo aver fiocinato il tuo primo pesce spada, quindi il mio racconto è legato alla trasformazione del personaggio, che chiaramente vive in quel contesto. Questo lavoro mi ha dato conferma che a prescindere dalla modernità, dentro di noi risiedono delle cose radicate molto forti, il legame con lo spazio, con il territorio».
Nunzio ha come gli occhi lucidi, la luce del pomeriggio si fa più sporca, imperfetta, le ombre raccontano altre forme, spegniamo la registrazione e si continua a chiacchierare sui prossimi progetti: uno di questi è dedicato ai confini europei.
Informazioni utili
Al termine della proiezione di stasera seguirà un incontro con Nunzio Gringeri e il produttore Giovanni Rosa, moderato da Francesco Capria. Dopo Messina, “Caronte” verrà presentato a Palermo, Catania, Bologna e di nuovo a Berlino.
A questo link per i biglietti.
“Caronte” – Note tecniche:
Autore: Nunzio Gringeri
Sceneggiatura: Nunzio gringeri
Regia: Nunzio Gringeri
Montaggio: Riccardo Cannella
Fotografia: Nunzio Gringeri
Musiche Originali: Boris Dagostino, Giancarlo Parisi
Interpreti: Giovanni Ciulla, Antonio G. Ciulla, Francesco Mancuso, Antonino Mancuso
Produzione: Onirica Srl
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