Sorto sui resti dell’antico Castello di Rocca Guelfonia, di cui ancora conserva la Torre Ottagona, il Sacrario di Cristo Re è una delle meraviglie di Messina visitabili grazie a Le vie dei Tesori che, anche quest’anno, ha deciso di raccontarne la storia, immersa in un passato ormai lontano.
Il complesso di Cristo Re, infatti, è stato edificato nel 1937 seguendo il disegno dell’architetto Giovanni Battista Milani, ma conserva ancora le tracce dell’antico Castello di Rocca Guelfonia (o Matagrifone), sorto nell’XI secolo a difesa della città, poi riconvertito in prigione e infine in rifugio. Oggi ne sopravvivono le vecchie carceri e la Torre Ottagona – di origine, appunto, medievale –, sormontata da una monumentale campana in bronzo ricavata dalla distruzione dei cannoni appartenuti ai nemici combattuti durante la Prima Guerra Mondiale.
Strutturato su due piani, in una posizione che gli consente di dominare la città e lo Stretto di Messina regalando ai visitatori una vista mozzafiato, il Sacrario di Cristo Re custodisce, al livello inferiore, le salme di 1.288 caduti della Seconda Guerra Mondiale, di cui 160 ignoti, e di 110 del conflitto del ’15-’18. Al suo interno, recita l’iscrizione incisa sul sarcofago in marmo realizzato da Antonio Bonfiglio, “gli eroi riposano in pace”. Lungo le pareti della struttura a pianta ottagonale si possono ancora leggere i loro nomi che, come recita la scritta “sopravvivono di generazione in generazione”.
Al piano superiore dell’edificio in stile barocco, si trovano i due altari della Chiesa e un affaccio centrale da cui è possibile osservare dall’alto il soldato raffigurato dal monumento al milite ignoto di Bonfiglio, posizionato nell’ipogeo. Alzando lo sguardo, l’occhio è catturato dai colori accesi delle vetrate che rimandano allo stile gotico, per poi soffermarsi sulla grande cupola ispirata alla Basilica di Superga immaginata dall’architetto messinese Filippo Juvara.
Attorno alla base della cupola, affacciate sullo Stretto, svettano le 8 statue raffiguranti: le virtù teologali, fede, speranza e carità; le virtù cardinali, prudenza, giustizia, temperanza e fortezza; e infine la virtù della religione, che le contiene tutte.
Ma dallo spiazzo di Cristo Re è possibile accedere anche alla Torre Ottagona, un tempo parte dell’antico Castello di Rocca Guelfonia. Il tetto della struttura, già in parte ristrutturata a seguito del terremoto del 1908, è stato rifatto in cemento armato nel 1935 al fine di consentirgli di reggere la monumentale campana in bronzo, la terza più grande d’Italia, che oggi la caratterizza. Una delle stanze della torre fungeva da armeria, al suo interno è possibile vedere le borchie per i cannoni; mentre l’altra veniva utilizzata come cella.
Tra queste pareti ha trascorso i suoi giorni di prigionia Macalda da Scaletta, donna guerriera della Messina del 1200, le cui gesta è possibile ascoltare, ancora per un weekend, partecipando a Le vie dei Tesori.
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