Messina, in mostra al Rettorato gli scatti “fluidi” dello svedese Tomas Gunnarsson

Pubblicato il alle

2' min di lettura

Si chiama “Images that change the world” ed è la mostra del fotografo svedese Tomas Gunnarsson inaugurata al Rettorato di Messina; scatti che raccontano in che modo uomini e donne possono essere ciò che vogliono, senza differenze di genere. Organizzata dallo Swedish Institute (Svenska Institutet) e promossa dall’Ambasciata di Svezia, l’idea espositiva di Gunnarsson nasce nel 2012: una campagna pubblicitaria della città di Gävle, in Svezia, esibiva immagini stereotipate per rappresentare la vita in città; ritratti di uomini e ragazzi attivi e donne passive; nessun anziano immortalato o coppie dello stesso sesso. Da qui la volontà dell’artista svedese di raccontare storie della comunità, superando consuetudini stereotipate.

In mostra al Rettorato di Messina

+3

Tomas Gunnarsson si definisce fotografo “gender”, anche se continua sul suo sito, «siamo tutti fotografi di genere. È difficile non catturare il genere nelle immagini». Per il fotografo svedese, infatti, il termine “genere” è una costruzione culturale e sociale. «Quando vediamo un altro essere umano, – scrive Gunnarsson – la prima distinzione che facciamo è: uomo o donna? Ci vuole, il più delle volte, un decimo di secondo per decidere. E altrettanto velocemente abbiamo aspettative e pregiudizi sulla persona che abbiamo di fronte. Nozioni preconcette che decidono come ci relazioniamo a quella persona e che influenzano il modo in cui la persona vede se stessa». Secondo l’artista, quindi, definiamo femminile e maschile, modi e atteggiamenti che in realtà indicano lo status di quel determinato individuo: creiamo categorie basate solo sui ruoli.

«Ma possiamo creare nuove regole. Siamo più malleabili e mutevoli di quanto pensiamo. Per dimostrare che questo è possibile, – continua Gunnarsson – considero il mio compito principale come fotografo di genere. Per stuzzicare la nostra immaginazione di chi possiamo diventare. Si richiederebbe un esercito di fotografi di genere per cancellare tutte le immagini che abbiamo sulla retina e riempirle invece di immagini che ricordano che maschio e femmina, mascolinità e femminilità, sono liberi di esprimersi». La mostra sarà visitabile fino a sabato 14 maggio.

(134)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.