Luca Fiorino, spettacolo spisidde - ovvero come ti racconto la sicilia

Messina. Al Teatro dei Naviganti “Spisidde – ovvero come ti racconto la Sicilia”

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È possibile persuadere i giovani messinesi, quelli oggetto di promesse (elettorali e non) da sempre puntualmente rinnovate e tradite, ad approssimare senza remore l’arena, suscitando in loro interesse e curiosità?

Ci provano Luca Fiorino e Patrick Fisichella, entrambi giovani e messinesi, nell’intima cornice del Teatro dei Naviganti, con “Spisidde – ovvero come ti racconto la Sicilia”

Così come le spisidde (scintille per i non siculi) di un fuoco smosse dal crepitio costante, questo reading, è un susseguirsi veloce di canti e racconti che tratteggiano la Sicilia sussurrando dei siciliani, del loro turbinio di passioni e paure, dei dubbi e delle speranze presenti e prepotenti in quest’isola così ermetica. Il gradevole zampillo della rappresentazione riesce a raccontare la Sicilia, così come i lapilli descrivono l’interno di un vulcano in perenne ebollizione: dove, sotto una crosta apparentemente immobile, scorre frenetica una linfa sotterranea la cui episodica esplosione smaschera la sua vera natura eversiva.

Luca Fiorino e Patrick Fisichella, spettacolo spisidde - ovvero come ti racconto la siciliaSul palco Luca, che cura regia e drammaturgia, insieme a Patrick, interprete e autore degli arrangiamenti e delle musiche eseguite dal vivo, sono in grado con naturale fanciullezza di evocare negli spettatori i profumi, i dilemmi e le speranze di tutti noi siciliani. I racconti seducono mentre le musiche scandiscono la danza vorticosa di passioni e sentimenti che si agitano nel nostro vivere.

Fiorino e Fisichella cantano ed enunciano, con sprizzante bravura e ardente passione, di un tempo e dei giorni nostri, narrando come eravamo, come siamo e, con ironia a tratti tragica, anche come potremmo diventare: così, tra un’improvvisa risata ed un colpo al cuore, si affaccia una Messina stanca, logorata da una polvere più che centenaria, retaggio di un terremoto mai davvero finito, colpevole solo in parte delle sue sorti odierne. Lei però è pronta a rialzarsi, con forza e coscienza, con lungimiranza e spirito di sacrificio.

Gli artisti sembrano dunque volerci riferire, con questa prova teatrale, proprio come l’uomo sia una spisidda che possiede dentro di sé, dentro la propria forza di volontà, il fuoco sacro per essere artefice convinto del cambiamento.

In “Spisidde – ovvero come ti racconto la Sicilia” il tragico e il comico si mescolano irresistibilmente, creando un impasto dal sapore agrodolce, a noi ben noto, meravigliando il pubblico senza scadere nella retorica, congedandolo con più di un sorriso sul volto e qualche riflessione in più nella mente.

 

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