È così che la perdi
Ultimo libro, altra storia. C’è chi sostiene che non tutti i romanzi raccontano qualcosa ma non è il caso di Junot Díaz con il suo “È così che la perdi” uscito in Italia per Mondadori nel 2013. Anche qui storie incastrate che ruotano intorno a Yunior, protagonista e alter ego dello scrittore. Fra tradimenti, famiglie spaccate e tipici uomini dominicani.
“Non sono un cattivo ragazzo. So che dicendolo sembro un po’ paraculo, però è vero. Sono uguale agli altri: debole, pieno di magagne, ma tutto sommato buono. Eppure Magdalena non è d’accordo. Mi considera un tipico uomo dominicano: un sucio, uno stronzo. Vedete, molti mesi fa, quando Magda era ancora la mia ragazza, quando ancora non dovevo stare attento praticamente a tutto, le ho messo le corna con questa tipa che aveva una gran testa di capelli anni Ottanta. A Magda non l’ho detto. Sapete com’è. Un osso così puzzolente è meglio seppellirlo nel giardino sul retro della vostra vita. Magda l’ha scoperto solo perché l’amica le ha scritto una cazzo di lettera. Con tanto di dettagli. Roba che non racconteresti neanche ai tuoi amici quando sei sbronzo”.
Chi è Junot Díaz: Nato a Santo Domingo, Díaz è considerato dal “New Yorker” tra i venti migliori scrittori del Duemila. Insegna scrittura creativa al MIT. Con il primo romanzo “La breve favolosa vita di Oscar Wao” del 2007 ha vinto il premio Pulitzer per la narrativa e il National Book Critics Circle Award.
(GHOST BOOK) “Vincent Van Love” di Ernesto Anderle, uscito a maggio per BeccoGiallo, è il libro che ancora non abbiamo letto o lo spuntino che ancora dobbiamo fare, se vogliamo metterla così. Ernesto Anderle, scultore, pittore e illustratore ha disegnato il suo Vincent van Gogh basandosi su “Lettere a Theo”, la raccolta epistolare tra il pittore olandese e il fratello minore, iniziata nel 1872 e finita con la morte dell’artista nel 1890. A consigliarlo è Vittorio che ama i grafic novel e che suggerisce di leggerlo in terrazza, sotto le stelle.
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