Laura Pittaccio e il nuovo progetto a sostegno delle donne: «Per me è molto speciale»

Pubblicato il alle

5' min di lettura

Se c’è una cosa buona che ci hanno insegnato i social, soprattutto di questi tempi, è quello di poter accorciare le distanze e rimanere aggiornati sui progetti degli artisti messinesi che vivono fuori. È successo così con Laura Pittaccio, che vive fuori dallo Stretto di Messina dal 2014 e che abbiamo raggiunto (con i potenti mezzi delle tecnologie) per farci raccontare il suo ultimo progetto che sa di caffè e non solo.

L’artista messinese, infatti, ha realizzato le illustrazioni per il packaging del “Caffè delle donne”, nuovo prodotto della “Torrefazione El Miguel” di Varese. Non solo caffè però, ma anche una iniziativa dedicata alle donne e alla loro emancipazione. «Il progetto del Caffè delle donne è stato per me speciale perché si tratta di un progetto etico ed io prediligo i lavori che affrontano tematiche sociali, ambientali o culturali».

Laura Pittaccio

Laura Pittaccio è una talentuosa artista di Messina che per motivi legati al suo lavoro ha deciso di trasferirsi fuori dallo Stretto. «Mi sono trasferita nel 2014 e nel 2015 – racconta Laura – ho frequentato il Mimaster a Milano che mi ha permesso di intraprendere questa carriera e trovare subito dei validi clienti come Il Sole 24 Ore, La Repubblica e Feltrinelli». Raccontaci del nuovo progetto per “Torrefazione El Miguel”. «Sono stata contattata ad agosto 2021 dall’agenzia LS Graphic Design che si occupa della comunicazione e del design della “Torrefazione El Miguel” di Varese.

La richiesta era di realizzare un’illustrazione da applicare sull’etichetta di un prodotto che si chiama Caffè delle donne, ovvero una produzione di caffè monorigine (a tiratura limitata) che utilizza una materia prima distribuita da un’associazione che si occupa di sostenere la figura della donna lungo la filiera di produzione del caffè. Parte dei ricavati andranno a supportare le attività dell’associazione IWCA». La IWCA (International Women’s Coffee Alliance) infatti è un network globale che unisce e supporta l’intraprendenza di milioni di donne in tutto il mondo, partendo dai centri nevralgici del commercio di caffè, come il Guatemala, l’India e il Brasile e che ad oggi opera in più di 22 paesi.

Le donne nell’arte

Linee lunghe e corpi voluminosi che si muovono quasi danzando quelli disegnati da Laura Pittaccio, ma per questo nuovo progetto a chi ti sei ispirata? «Mi hanno detto di ispirarmi alle donne brasiliane durante la raccolta dei chicchi rossi del caffè. Ho osservato perciò un’infinità di fotografie nel web con varie posizioni, colori e abiti. Una serie di foto mi ha colpito in modo particolare: gli scatti di Steve Mc Curry per il calendario Lavazza 2015».

Secondo te, da artista, le donne sono riuscite ad emanciparsi e avere un ruolo attivo all’interno della comunità? «Penso che in Italia siano stati fatti molti passi in avanti per quanto riguarda l’emancipazione delle donne, ma ci vorrà ancora del tempo per essere considerate al pari degli uomini in ambito lavorativo, ma anche nella vita sociale. Posso dire con serenità che adesso nel mio lavoro non esiste discriminazione di genere o quantomeno io non l’ho percepita e neanche i miei colleghi.

Se invece guardiamo alla storia dell’illustrazione, le donne cresciute nella loro professionalità perché figlie, sorelle o mogli di incisori, pittori, grafici o architetti, spesso superavano i maestri, eppure erano condannate all’invisibilità dal potere e dal pregiudizio maschile. Un freno che le ha accompagnate ben oltre la metà del Novecento. Di tutto ciò ne parla in maniera esaustiva il libro “Le figure per dirlo. Storia delle illustratrici italiane”, pubblicato da Treccani».

I prossimi progetti

Laura, il progetto che hai voglia di realizzare? «Devo dire che qualsiasi progetto mi appassiona perché imparo sempre nuove nozioni. Naturalmente il progetto del “Caffè delle donne” è stato per me speciale perché si tratta di un progetto etico ed io prediligo i lavori che affrontano tematiche sociali, ambientali o culturali. Il mio sogno però, sin dai tempi in cui preparavo la tesi di laurea, è quello di poter illustrare un libro per bambini e spero che ciò si realizzi presto».

Pensi che tornerai a Messina? E come ti piacerebbe vederla al tuo arrivo? «Vivo a Bergamo ormai da molti anni e la mia vita ora è qui tra boschi e montagne. Torno spesso a ritrovare amici e parenti a Messina con molto piacere. Noto subito i cambiamenti, anche i più piccoli, e mi piacerebbe vedere aumentare i progetti culturali, le attrattive turistiche e non solo.

Spesso con i miei amici abbiamo immaginato molteplici attività che si potrebbero realizzare sulla costa, nella zona falcata o nei laghi di Ganzirri. Amo molto viaggiare e con ogni città che visito provo a fare dei confronti rispetto a Messina e penso che con qualche piccolo accorgimento in più, anche la nostra città potrebbe essere invidiata da tutti».

(606)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.