La divina commedia in punta di penna: mostra a messina su dante

“La Divina Commedia in punta di penna”: a Messina la mostra dedicata a Dante

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Settanta tavole grafiche, a china, che illustrano i cento canti della Divina Commedia: Messina celebra il 700esimo anniversario della morte di Dante con un’originalissima mostra che sarà inaugurata giovedì 25 novembre al Palacultura “Antonello”.

Le 70 tavole e il polittico realizzati dall’artista messinese Giovanni Guglielmo durante il lockdown prendono posto al Palazzo della Cultura di Messina in occasione della mostra “La Divina Commedia in punta di penna”. Un evento pensato organizzato dall’assessorato alla Cultura nell’ambito delle celebrazioni che quest’anno hanno riguardato il sommo poeta (che, tra le altre cose, ha avuto all’interno della sua opere una particolare attenzione alla Sicilia).

«In un mondo globalizzato – ha commentato l’assessore Enzo Caruso –, dove l’immagine predomina sulla lettura questa mostra cattura la curiosità e suscita emozioni, che stimolano all’approfondimento del testo dantesco. Mi auguro che gli studenti, guidati dai loro insegnanti, colgano questa straordinaria opportunità offerta alla collettività dall’estro del M° Giovanni Guglielmo».

Come anticipato, la mostra sarà inaugurata presso il foyer del Palacultura il 25 novembre e sarà visitabile fino al 10 dicembre (con chiusura l’8). Questi gli orari:

  • dal lunedì al venerdì – dalle 9.00 alle 13.00;
  • il martedì e il giovedì – dalle 15.00 alle 17.00;
  • il sabato e la domenica – dalle 18.00 alle 20.00.

Chi è Giovanni Guglielmo, l’artista che racconta la “Divina Commedia in punta di penna”

La divina commedia in punta di penna: mostra a messina. paradiso tavola 9 canto XII

Classe 1947, Giovanni Guglielmo si è diplomato presso l’Istituto d’arte di Messina, sotto la guida di Salvatore Castagna, come “Maestro d’arte in oreficeria” e presso l’Istituto d’arte di Milazzo come “Designer di architettura ed arredamento”. Ha  insegnato presso l’istituto d’arte “E. Basile” ed il Liceo scientifico “Archimede” di Messina, dopo essersi abilitato all’insegnamento di discipline pittoriche, plastiche e disegno e storia dell’arte. Le sue opere sono state esposte a Messina ma anche a Roma, Torino, Palermo, Catania, Imperia e Venezia. Ha ricevuto diversi premi per la sua produzione artistica come il “Tindari d’oro”, nel 1990 e il premio “Dicearco”, nel 2009.  È inserito nel 12° Volume di “Arte italiana nel mondo” e “Artisti del XX secolo”.

In occasione della mostra a Messina, ha spiegato come sono nate le 70 opere dedicate alla Divina Commedia: «L’idea – ha raccontato – è nata in una giornata dell’aprile 2020, quando, chiuso in casa, non potevo nemmeno raggiungere il mio studio. Eliminati incontri con parenti e amici, cancellata la quotidiana passeggiata in riva al mare, cercavo qualcosa per riempire il tempo. Stavo leggendo “Se questo è un uomo” di Primo Levi. Essendone molto colpito, ho buttato giù dei bozzetti ispirati al campo di concentramento. Era un inferno. Quasi insensibilmente quei bozzetti sono diventati un progetto di illustrazione grafica della Divina Commedia. C’era una risma di cartoncino, le boccette di inchiostro di China seppia, i vecchi pennini e anche una stanza libera in casa. Era l’inizio del mio viaggio con Dante. Finite le 70 tavole grafiche, che illustrano i cento canti della Divina Commedia, ho voluto realizzare anche un polittico ad olio di grandi dimensioni».

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