foro gallery, galleria d'arte di roberta guarnera a messina

Kaleidoscopica è la prima collettiva della FORO G gallery di Messina. L’intervista a Mariateresa Zagone

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Si chiama Kaleidoscopica ed è la prima collettiva della FORO G gallery di Messina, curata da Mariateresa Zagone e Roberta Guarnera. Sono 4 gli artisti coinvolti che, tra mappe medievali e ricostruzioni di un urbano utopico, raccontano “Schegge di una Messina distante”.

L’abbandono, l’assenza, le fratture ma anche la voglia di tornare a disegnare nuovi futuri sono gli stimoli della mostra, che verrà inaugurata il prossimo 23 luglio alle 19:00.

Capirete bene che non potevamo farci sfuggire una chiacchierata con Mariateresa Zagone, insegnante, ex componente dell’Assessorato Collettivo Antonello, curatore e soprattutto appassionata di arte, in tutte le sue forme. «L’idea – racconta Mariateresa – nasce dopo aver visto l’articolo di Normanno, che chiedeva a cinque artisti di reinterpretare la catastrofe del 28 dicembre 1908».

Kaleidoscopica – la collettiva alla Foro G gallery di Messina

La distanza è il concept principale della collettiva che attraversa forme e materiali differenti, grazie alle opere di SinMetro, Lorenzo ed Emiliano Martino ed Enzo Isgrò, coinvolti dalla curatrice Mariateresa Zagone e ospitati all’interno della FORO G gallery – aperta a febbraio di quest’anno – da Roberta Guarnera. (in foto)

«Inizialmente avevo pensato il progetto – racconta la Zagone – per Spazio Almareni, uno spazio palermitano, poi ho trovato a Messina la galleria di Roberta, lo spazio giusto per lanciare questi artisti e poi, in qualche modo, anche Roberta era legata a queste schegge che vengono descritte nella mostra.

Di lei mi piace la sua motivazione nel tornare a Messina, dopo la sua esperienza a Londra, e la sua competenza. Anche i ragazzi che ho coinvolto hanno la stessa esigenza e lo stesso vissuto emozionale».

Schegge di una Messina distante – gli artisti in mostra

Gli artisti che compongono Kaleidoscopica – con otto opere complessive – infatti, non vivono a Messina ma per un motivo o per un altro ci tornano sempre. «Hanno – dice ancora Mariateresa – tutti un rapporto di odio e amore con questa città e hanno molte cose da dire».

SinMetro

SinMetro è il nome che Valeria Cariglia ha scelto per il suo progetto. Artista multidisciplinare, presenterà per “Kaleidoscopica – Schegge di una Messina distante”, un progetto su un materiale diverso dal solito. «Sono andata a trovare Valeria – racconta Mariateresa Zagone – allo LUPo di Catania. Un laboratorio urbano popolare ed è una cosa bellissima. Di Valeria mi ha colpito il suo concetto politico dell’arte ed è molto determinata».

Enzo Isgrò

Architetto, artista e viaggiatore. «Enzo Isgrò mi piace molto perché ha uno stile alla gouache (o guazzo, tecnica che mischia il colore a tempera e la gomma arabica, ndr.) che mi ricorda l’epoca del Grand Tour ma contemporaneo».

Lorenzo Martino

Illustratore e graphic designer, Lorenzo Martino riesce a destrutturare le opere in visioni che nuotano tra l’utopia e la distopia. «Per la collettiva ha lavorato sull’assenza e sulle emergenze architettoniche – tra cui il Sacrario di Cristo Re – con tecniche tradizionali. I suoi lavori sono un po’ alla Viollet-le-Duc, ricostruzioni filologiche di un Medioevo inventato».

Emiliano Martino

Visual artist e graphic designer, ha firmato insieme al fratello Lorenzo, Alessio Surian e Diego Di Masi, “Danilo Dolci. Verso un mondo nuovo, Mediteranneo”, uscito per Becco Giallo nel 2015. «Lorenzo ha lavorato a delle mappe medievali bellissime, mappe di Messina, utilizzando una tecnica ibrida, che mischia il disegno e le tecniche digitali».

Una città terremotata

Mariateresa Zagone, che è un vero vulcano, ha sempre organizzato collettive e mostre di artisti messinesi e non ma questo per lei è il progetto più bello, forse perché anche lei ha scelto di rimanere a Messina e continuare a sviluppare progetti per la città.

«Messina è stata importantissima nelle arti figurative ma adesso dovrebbe tornare a creare cultura, perché anche da questo punto di vista è una città terremotata. Stendo un velo pietoso sull’assessore regionale alla Cultura. Avevamo il grande Tusa».

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