Ciò che ha reso sempre affascinante il musical Jesus Christ Superstar è quel tratto di umanità aggiunta che sviluppa in profondità la vicenda di Gesù. La sensazione che si riceve, ogni volta, dopo aver assistito allo spettacolo, è quella di vivere un momento importante. Massimo Romeo Piparo, per celebrare i 20 anni della produzione italiana del musical da lui firmato, ha superato se stesso. Le suggestioni non sono mancate, una grande luna rossa nei cieli di Messina e la naturale veduta dello Stretto hanno fatto il resto.
All’Arena in Fiera, ieri sera, si è consumato l’Evento. Le aspettative non sono state disattese. Quel vocio di fondo del pubblico, che precede l’apertura di ogni spettacolo, è cessato immediatamente allo spegnersi delle luci, quando le note dell’orchestra hanno cominciato a gonfiare l’aria. Tutti lì, in attesa di veder apparire sul palco colui che per molti ha rappresentato l’immagine stessa di un Gesù che è anche un uomo.
In molti hanno interpretato questo ruolo — tra i quali anche un bravissimo Paride Acacia che ieri sera si è calato magistralmente nei panni di Hannas —, Neeley però rimane sempre il più convincente. Vuoi per la sua bravura, vuoi per l’esperienza che lo ha consacrato nel tempo a un ruolo che sembra essergli stato cucito addosso. E del suo grande spessore ha dato prova, dimostrando sul palco che quella mescolanza di beata spiritualità e di grinta — che aveva contraddistinto la sua parte nella pellicola di Norman Jewison — è ancora là, intatta. Forse la sua voce si è leggermente graffiata col tempo ma l’intensità e il falsetto non hanno certo deluso nostalgici e nuove leve: una performance degna di un vero artista.
Emozionante anche l’interpretazione di Gloria Miele, Maria Maddalena nel musical, con la sua voce avvolgente e potente. Bravo anche Feysal Bonciani che muove proprio con questa edizione i suoi primi passi come Giuda. Scelto il terzo giorno dei provini, tra oltre cinquecento candidati arrivati da tutta Italia per le audizioni, il giovanissimo interprete — tralasciando i naturali ma a volte vincolanti paragoni e dando al grandissimo Carl Anderson quel che è di Carl Anderson — ha conquistato il pubblico. In conferenza stampa, Feysal aveva dichiarato: «Essere lì al provino, davanti a Ted, è stata un’emozione forte. Per me è un onore essere stato scelto».
Lo spettacolo firmato da Piparo, che per 20 anni è stato un trionfo, ha visto sulla scena l’Orchestra dal vivo di 12 elementi, diretta dal Maestro Emanuele Friello, e l’ensemble di 24 tra acrobati, trampolieri, mangiafuoco e ballerini. Sul grande schermo alle spalle del palco sono stati proiettati anche alcuni passi significativi dei Vangeli e le immagini — che chi aveva già avuto modo di assistere alla versione di Piparo ricorderà — di eventi catastrofici, guerre, soprusi che si sono susseguite al ritmo delle frustate nell’episodio della flagellazione. Immagini che hanno ripercorso la storia ma che si sono sempre più attualizzate.
Un pizzico di modernità aggiunta nella messa in scena di alcuni avvenimenti non ha guastato l’atmosfera, mantenendo vivo l’intento dell’opera originaria. Perfino il meteo è stato clemente, concedendo ad artisti, tecnici e pubblico di vivere fino in fondo questa straordinaria esperienza. Qualche lacrima di pioggia è venuta giù — intensificando il momento — nel preciso istante del tradimento di Giuda.
Giunti al termine di questo percorso non si può non pensare che è sempre una grande emozione rivivere il Jesus Christ Superstar, un’opera “umana troppo umana”. Di un’umanità che crea coesione. Il pubblico, ieri, è esploso in un crescendo di applausi. Piparo ha detto di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice che non hanno mai sbagliato un colpo, lui certamente non ha sbagliato a credere 20 anni fa nel suo progetto, nonostante le difficoltà iniziali. Il tempo e i grandi successi gli hanno dato ragione e consegnato la gloria e il riscatto.
Giusy Gerace
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