In mostra – fino al 4 ottobre alla Libreria Colapesce – Davide Basile, giovane architetto messinese con la personale Habito Ergo Sum. Dieci opere, tra disegni tecnici e illustrazioni per indagare il concetto di abitare. «Sono convinto – racconta Davide – che la dimensione abitativa contemporanea sia il nomadismo ma anche se si è nomadi c’è necessità di radici».
Edifici spigolosi, portici, terrazze ma anche finestre che rimangono aperte per poter sbirciare abbracci, dichiarazioni d’amore e forse anche un po’ di nostalgia.
«Grazie al disegno tecnico ho cercato di scandagliare delle immagini legate alla memoria e all’architettura, – dice Davide – dei concetti che ho sempre avuto di come lo spazio poteva essere vissuto. Come se – continua – l’architettura diventasse spunto per raccontare una storia».
La narrazione funziona decisamente attraverso figure senza volto ma che prendono vita grazie al contesto architettonico circostante. Sguardi che non sono disegnati ma che viene facile immaginare perché riescono a muoversi – nella loro immobilità – intorno a quel luogo, a quella casa. «Il problema dell’architettura contemporanea – spiega Davide – è forse quello di dare al progetto l’immagine più vicina a quella che poi sarà la resa finale, tralasciando le suggestioni legate all’idea di spazio. Le illustrazioni quindi danno nuovo valore a questa idea».
Sarebbe probabilmente scontato dire che per la nostra generazione – e per chi vive a Messina – è difficile associare l’idea di casa con l’affermazione di noi stessi. «Certo, questa assenza di possibilità – dice Davide – permette di muoverti e raggiungere i tuoi obiettivi con più facilità anche se si avverte la mancanza di radici. Messina – continua Davide – è una sfida. Ma ho deciso di rimanere qui e di impegnarmi e fare le cose che amo, per poter cambiare le cose. La mia casa ideale? Piccola e facile da pulire. Magari a Fondo Basicò, uno dei miei posti preferiti».
«Habito Ergo Sum» è solo la prima mostra di una rassegna curata da Venera Leto della Libreria Colapesce. «Davide Basile – racconta Venera – inaugura un nuovo ciclo della libreria, che ha una nuova identità. Abbiamo deciso – continua – di trasformare Colapesce da una libreria indipendente a 360 gradi a una libreria ancora indipendente ma specializzata in arte. Dall’architettura al cinema, dalla fotografia all’illustrazione».
Un’idea, quella di identificarsi in un genere che è davvero attuale. «I libri d’arte, a differenza della narrativa o dei romanzi in generale che trovi in formato digitale, – dice Venera – hanno ancora bisogno di un contatto fisico. La nostra è una scelta contemporanea che rispecchia i tempi in cui viviamo. Anche perché una piccola libreria non può competere con la grande distribuzione».
Non solo mostre ma anche laboratori, l’1 e il 2 ottobre, infatti, arriva il primo workshop di incisione e linoleografia curato da Cristiana Piraino.
«Anche questo è un aspetto in crescita, è importante che in questo luogo avvengano delle cose. Che ci sia un confronto. Mi piace che accadano delle cose che possano incoraggiare la creatività».
Tra gli artisti di questa nuova stagione anche Roberta Terracchio illustratrice originaria di Palermo, autrice tra gli altri di Il supereroe di casa (Pane e Sale Edizioni) e AltaLuna ceramista e illustratrice di Pitigliano e poi gli autori di Colapesce del Libro illustrato.
Una stagione per creare e immaginare, perché come dice Venera Leto «è bello se quando ti guardi allo specchio nel riflesso ci sia anche qualcun altro che possa aiutarti a crescere».
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