Dante Alighieri e il suo amore per la Sicilia: un convegno a Palazzo dei Leoni

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Dante Alighieri, il sommo poeta, ha sempre confessato il suo amore per la Sicilia e per la città di Messina; lo ha fatto nel trattato “De vulgari eloquentia”, soffermandosi sulla grandezza del dialetto siciliano e dei poeti dell’Isola; lo ha fatto in alcuni canti della “Divina Commedia“, in cui definisce la Sicilia come «la bella Trinacria».

Da qui parte il convegno in programma martedì 29 marzo, alle 10, al Salone degli Specchi di Palazzo dei Leoni di Messina, dal titolo “L’orgoglio della Sicilia in Dante”, organizzato dalla I Direzione “Servizio Cultura” della Città Metropolitana di Messina, diretta dall’avvocato Anna Maria Tripodo, che si è avvalsa del coordinamento dell’architetto Attilio Griso e della responsabile del progetto Nuccia Di Gennaro, con la collaborazione della responsabile della Biblioteca “Giovanni Pascoli, Luciana Restifo.

Durante la giornata, diversi gli interventi, tra cui quello della prof. Rosa Gazzara che leggerà alcune terzine tratte dalla sua traduzione in lingua siciliana della Divina Commedia e, in particolare: dal V Canto dell’Inferno “Paolo e Francesca”; dal VI Canto del Purgatorio “Sordello da Goito”; dal XXXIII Canto del Paradiso “Preghiera alla Vergine”.

Al convegno dedicato a Dante Alighieri parteciperanno anche gli allievi del Liceo Artistico “Ernesto Basile” che presenteranno illustrazioni e costumi storici del XIV secolo, a cura delle docenti Giovanna Saija e Deborah Salemi. Al progetto hanno collaborato le docenti Maria Pia Meringolo, Katia Longo, Roberta Mineo, Elisa Napoli. L’evento ha il patrocinio del Presidente dell’Acisjf ME Terra Solidale, Annamaria Tarantino, e del Presidente dell’Area Integrata dello Stretto, Rosanna Trovato.

La Sicilia di Dante

Ma riprendendo i canti di Dante dedicati alla Sicilia, ecco cosa scriveva il più grande poeta italiano, per esempio, nel VII Canto dell’Inferno, rievocando il mito dei due mostri dello Stretto, Scilla e Cariddi: «Come fa l’onda là sovra Cariddi, che si frange con quella in cui s’intoppa, così convien che qui la gente riddi». Già a marzo del 2021, abbiamo ripercorso la “bella Trinacria” in quattro passaggi della Divina Commedia.

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