Daniele Mircuda ha 35 anni, vive da sempre a Messina e ha rinunciato a Greenpeace per rimanere sull’Isola. Oggi, sabato 19 sarà uno degli artisti in mostra a Le Retrò Studio per la collettiva “COL_LA_GE”. «Magari scelgo quell’albero e non un altro perché i suoi rami mi ricordano le gambe di una donna».
Ci incontriamo a Villa Mazzini in un pomeriggio pieno di vento, Daniele è sereno e canticchia con le cuffie addosso. Iniziamo a chiacchierare e finalmente toglie gli occhiali da sole che usa per mascherare la sua timidezza.
«Dai 15 ai 25 anni ho fatto l’operaio agricolo. Ho mollato la scuola e ho iniziato a lavorare nei campi. Aravo, seminavo, raccoglievo. Però sentivo di voler esplorare nuovi mondi, perché questo tipo di lavoro non ti permette di fare altro».
Si appassiona alla musica, all’arte e in modo particolare alla poesia. Il contatto con la natura però è forte e si trasforma in un progetto per la città. Nel 2015, infatti, Daniele partecipa alla fondazione di Puli-AMO Messina, gruppo di volontari che si occupa di rigenerare spazi urbani tramite interventi collettivi di pulizia e scerbatura.
«Ci siamo incontrati con gli altri ragazzi sui social e da lì abbiamo deciso di fare qualcosa per la nostra città. Non avevamo grosse aspettative ma dopo il primo incontro al Nettuno molta gente si è avvicinata e da lì sono successe davvero tante cose fino all’ultimo intervento del 6 ottobre alla Scalinata di via Felice Bisazza. Siamo uniti perché amiamo la città, siamo quelli che resistono mentre gli altri vanno via».
Daniele ci crede sul serio e arriva a rifiutare una proposta di lavoro a Firenze per l’organizzazione ambientalista Greenpeace, «so che sembra una cosa assurda, ma andare via da Messina per me significherebbe stare male in un altro posto. Non voglio mollare l’Isola perché mi sembra banale farlo, voglio restare e continuare a provarci. Anche quando sono andato a Firenze per Greenpeace, mi avrebbero dato un mensile e opportunità di viaggiare ma, dopo averci pensato davvero tantissimo, non sono riuscito a spostarmi. Forse anche per il progetto di Puli-AMO che stava per nascere e non volevo mollarlo». Daniele trasmette passione per questo luogo che ai più – soprattutto ai giovani – non sembra dare molte chance, perché sembra troppo difficile. Come fosse una scalinata impraticabile dedicata a un poeta dimenticato da ripulire. «In ogni angolo, nonostante l’incuria, puoi scoprire quel fiore particolare, quel piccolo posto, quelle poche persone che non si fermano davanti agli ostacoli. Mi piace per questo, mi piace creare relazioni, parlare, confrontarmi e fare comunità».
Tutto quello che osserva e avverte, Daniele lo trasferisce in poesie e collage. «La poesia, per me, rappresenta la forma d’arte più libera. Da Federico García Lorca, passando da Benjamín Prado a Bruno Galluccio. Mi piace la poesia contemporanea, perché parla di cose che vivo e in cui mi rivedo. Mi interessa il linguaggio, la ricerca di parole che ancora non ho letto, la scoperta di nuovi artisti». Come il collage digitale, una nuova modalità di espressione per Daniele. «Mi sono sempre piaciuti i collage, soprattuto quelli di Naro Pinosa, artista spagnolo che parla di tutto. Dalla religione ai cartoni animati. I collage mi divertono, mi liberano di cose che ho dentro. Alcune foto sono mie, altre di amici o prese da internet e poi quando sento di dover creare, apro la mia cartella magica e manipolo le immagini». Montagne che assomigliano a schiene, bottiglie di vetro che diventano sorgenti, statue che tornano a muoversi, occhi che si trasformano in paracaduti o in pesci o ancora in increspature del mare. Tutto diventa altro. Un lavoro, quello della fotomanipolazione, basato sull’osservazione di contrasti e accostamenti di elementi inusuali, differenze nette che però messe insieme sembrano dar vita a nuove forme umane.
«C’è sempre una ricerca nello scatto, magari scelgo quell’albero e non un altro perché i suoi rami mi ricordano le gambe di una donna. E poi il collage è pieno di citazioni pop e mantiene vivo il mio legame con la natura, con l’ambiente che cambia davanti ai nostri occhi». Sabato 19, dalle 18.00, insieme a Rosa De Salvo, Biodegradanima ed Emiliano Martino sarà tra i protagonisti, con lo pseudonimo di alphatelescopii, di “COL_LA_GE”, collettiva organizzata in occasione del primo compleanno de Le Retrò Studio di via Ghibellina 37.
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