La radio suona un vecchio classico, abbiamo un déjà vu; seguiamo la strada che porta alla piazzetta di Camaro, zona sud di Messina, incontriamo Carmelo Schepisi e ci facciamo portare alla vecchia stazione del quartiere, trasformata in Parco Urbano per le Arti. Da qui inizia la nostra storia.
«L’idea del Parco Urbano per le Arti di Camaro – ci racconta Carmelo – nasce da persone che vivono qui, del territorio. Alla fine degli anni ’90 RFI (Rete Ferroviaria Italiana) dismette la stazione e da tempo pensavamo di creare qualcosa, uno spazio di condivisione. Così nel 2014 abbiamo creato l’Associazione di volontariato Maria Regina, composta da 15 soci e presieduta da Francesco Lisi, e ci siamo iscritti al CESV (Centro Servizi per il Volontariato di Messina) che ha un protocollo con RFI dedicato proprio alle aree dismesse».
Così nel 2016 l’Associazione di volontariato Maria Regina riesce a ottenere la concessione dell’ex stazione di Camaro. «È la prima stazione in Sicilia che RFI ha dato in concessione, il progetto era valido perché non si occupava solo di una riqualificazione dell’area, ma del quartiere, con un impegno sociale».
Messina, il Parco Urbano di Camaro
Partono quindi i lavori per sistemare la vecchia stazione in disuso e trasformala in un Parco Urbano per le Arti, che possa accogliere tutti, soprattutto i bambini. «Una buona parte dei fondi per ristrutturare sono stati messi dall’Associazione, molte aziende ci hanno anche aiutato con materiale e operai. Abbiamo fatto di tutto: i carpentieri, i giardinieri, i muratori. Poi con il Progetto Capacity, nel 2017, siamo riusciti a ottenere un’altra parte dei finanziamenti che servivano. I lavori sono iniziati nel 2018, un po’ a rilento, e ancora non è finito, aspettiamo che l’impresa ricominci i lavori. Manca la pista ciclopedonale, il campo di calcetto, la parte esterna e il parcheggio. Da gennaio speriamo che sia tutto completato».
Nonostante gli interventi non siano ancora stati terminati, il Parco Urbano per le Arti di Camaro è attivo, di recente per esempio ha ospitato i primi due spettacoli di NUTRIMENTINPERIFERIA; e poi ci sono le attività sportive, a cura dell’ASD Airone, che si occupa di: danza classica e moderna, ginnastica dolce, ginnastica funzionale.
«La cosa più importante per noi – continua Carmelo Schepisi – è che tutti possano partecipare alle nostre attività, con quote di partecipazione molto basse; per dare la possibilità a tutti di poter fare delle attività sportive. Lo sport aiuta i bambini a fare squadra e a vivere il quartiere in modo diverso». Ma il futuro del Parco Urbano per le Arti di Camaro è ancora da disegnare; il progetto, infatti, prevede l’apertura di una ludoteca, di un centro diurno dedicato agli anziani, corsi di teatro, dopo scuola e laboratori artistici. «L’area è qui e vogliamo condividerla con la comunità, cosa che già succede grazie anche al sostegno della parrocchia di Camaro Superiore Santa Maria Incoronata, guidata da Mons. Francesco La Camera. Anche questa – racconta ancora Carmelo – è la forza del Parco».
Un pomeriggio a Camaro
«Il problema di Camaro – ci dice ancora Carmelo Schepisi – è probabilmente la dispersione scolastica, i ragazzi abbandonano la scuola per motivi familiari complessi». Da qui l’idea di creare uno spazio sano e sicuro. E la cosa più bella invece? «I cammaroti. Qui c’è senso di comunità e di famiglia». Adesso, il Parco Urbano per le Arti di Camaro, che si sviluppa in lunghezza per circa 1700 metri quadri, sembra quasi completare il puzzle di questa porzione di Messina: a San Paolo c’è la Piazza riqualificata, più in alto c’è Forte Petrazza con un nuovo anfiteatro, e sollevando ancora di più lo sguardo siamo dentro la Foresta di Camaro. Torniamo in macchina, il pomeriggio al Parco è finito, Messina sembra più fresca.
(665)