C’è molta soddisfazione negli occhi di Federica Fornaro, Luca Risitano e Marco Mangraviti, cioè i Basiliscus P quando si nomina Arezzo Wave Sicilia. La band messinese è infatti risultata la migliore in tutta la regione del contest più prestigioso dedicato alla musica indipendente italiana. Una vittoria arrivata del tutto in modo inaspettato: «Al momento della proclamazione – ci raccontano – eravamo fuori a sistemare gli strumenti in macchina per tornare a casa. Siamo rientrati e tutti ci facevano i complimenti e non capivamo perché».
Un anno fa l’uscita del loro primo album “Placenta”.
La vittoria di Arezzo Wave Band Sicilia 2018 arriva a circa un anno dall’uscita del primo album del gruppo “Placenta”, nove brani che possiamo definire indie-rock di stampo anglosassone anni ‘80/’90. «Non c’entriamo nulla con la nuova scena indie italiana, i nostri modelli hanno suoni decisamente diversi», precisa Luca, il batterista. «Quando andavo ai concerti sono sempre rimasto molto colpito dalla potenza del suono che una band è capace di sprigionare, ed è un aspetto centrale nelle performance dei Basiliscus P». «Se dovessi definire il nostro suono, dice Marco, il bassista, lo definirei ‘grosso’, qualcosa che riempie totalmente lo spazio».
Un’altra caratteristica dei Basiliscus P è la totale omogeneità degli strumenti. «Ognuno di noi cerca di non sovrastare l’altro», precisa Luca. I brani nascono quasi sempre da una intuizione di uno dei componenti del gruppo che poi viene elaborata all’interno della sala prove. Questo processo fa sì che la maggior parte dei brani dei Basiliscus P siano strumentali: «Dipende molto dal tipo di brano – dice Marco – se pensiamo che le parole non ci debbano stare, non le mettiamo».
Più curiosità e più luoghi dove suonare.
Parlando con i Basiliscus P non possiamo non fare riferimento al rapporto che loro hanno con la città e la scena musicale messinese. A loro avviso ci sono ancora pochi posti in cui suonare, anche se ci tengono a precisare che «il Retronouveau rappresenta una vera e propria risorsa: porta i migliori gruppi italiani e permette alle band locali di esibirsi». Quello che forse manca è la curiosità del pubblico che è direttamente proporzionale al numero di luoghi in cui è possibile proporre la propria musica (ci riferiamo ai gruppi che propongono pezzi propri, no le cover band). Federica, la chitarrista del gruppo, ricorda che quando lei ha iniziato a suonare c’erano molti più gruppi in giro e «si suonava tanto jazz, che adesso purtroppo non si sente più così di frequente».
In chiusura chiediamo loro quale ricetta hanno per fare in modo che la scena musicale messinese sia sempre più ricca. Ci rispondono con una parola: «Collaborazione». Da intendere tra i musicisti e gli appassionati di musica. Del resto il percorso che li ha portati a vincere Arezzo Wave Sicilia ha visto il sostegno di chi, a Messina, si occupa di musica. È Luca a raccontarci che grazie al loro impegno sono riusciti a guadagnarsi la fiducia del circuito musicale cittadino. Davanti alle critiche (costruttive, ndr) hanno risposto con il lavoro, migliorandosi giorno dopo giorno. Per questo invitano tutti gli appassionati a sostenere la musica dal vivo. Anche solo andare ai concerti ad ascoltare un nuovo gruppo può significare tanto: «Bisogna parlare di musica, criticare in modo costruttivo – ci dice Luca – solo così è possibile crescere».
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