Ha 33 anni, due fratelli Lelio e Dario (uno attore e l’altro musicista), vive a Dublino e fa il disegnatore. Stiamo parlando di Claudio Naccari, il messinese che ha dato vita, tra gli altri, ai personaggi di “Ada Twist, Scientist” serie animata prodotta da Michelle e Barack Obama, disponibile su Netflix. «Sin da piccolo – ci racconta Claudio – ho sempre ricevuto stimoli artistici dalla mia famiglia, in particolar modo da miei fratelli che hanno supportato la mia passione per il disegno.
Da piccolo, amavo copiare i personaggi dei cartoni animati, come I Simpson e Dragon Ball, mentre crescendo, i miei disegni hanno cominciato a prendere un tono un po’ più caricaturale che mi ha portato ad esplorare personaggi strani e con espressioni e atteggiamenti particolari e bizzarri. Osservare la gente intorno a me, vedere come interagisce con gli altri e ricreare degli atteggiamenti e sfumature nei miei disegni sono, ancora oggi, gli aspetti del mio mestiere che più preferisco».
Claudio Naccari, un talento tutto messinese
Se ogni tanto c’è un messinese che ci rende orgogliosi è nostro dovere raccontare la sua storia, che possa essere da stimolo ad altri giovani che hanno intenzione di intraprendere una carriera come quella di Claudio Naccari, disegnatore di talento. Claudio ha stile, personalità e (come quelli bravi) non smette di studiare.
«Nel 2008 – racconta Claudio – ho frequentato un corso triennale sul fumetto, illustrazione e animazione presso la Scuola del Fumetto di Palermo dove, dopo aver studiato le basi del disegno (anatomia e prospettiva, inchiostrazione e colorazione), mi sono formato come disegnatore professionista. Al momento vivo in Irlanda, a Dublino, dove lavoro come character designer per un importante studio di animazione. In pratica disegno “gli attori” delle serie animate».
Ma quale progetto ha cambiato il tuo stile e il modo di approcciarti al disegno? «Probabilmente – risponde Claudio – la mia prima collaborazione a tempo pieno con uno studio di animazione della Hasbro per la creazione di una serie animata. In quell’occasione ho dovuto adattare i miei tempi creativi ai tempi, più serrati, di produzione. Lo stile dello show era diverso dal mio stile personale, con richieste creative abbastanza impegnative che hanno fatto sì che potessi esplorare nuove tecniche e soluzioni che, ad oggi, mi porto dietro come un bagaglio prezioso. Mi sono anche trovato a dover prendere decisioni rapidamente, a smettere di inseguire la perfezione a tutti i costi e in generale a essere pronto a scendere a compromessi creativi quando necessario.
Lavorare a una produzione televisiva con scadenze precise, ti mette nelle condizioni di ottimizzare il tempo che hai a disposizione, trovando soluzioni al volo ma, soprattutto, ti insegna a osservare prima di disegnare. Per me il segreto sta nel capire le forme e la struttura di un oggetto o di un animale che non ho mai disegnato prima, per essere in grado di “scomporle” per poi sintetizzarle nello stile visivo del cartone. La mia libreria mentale è sempre in aggiornamento e assimila informazioni nuove che mi torneranno utili per futuri oggetti, personaggi o pose particolarmente difficili o con cui non mi sono mai confrontato».
Ada Twist, Scientist
E proprio di recente, Claudio Naccari si è dovuto misurare con un altro importante progetto: “Ada Twist, Scientist”, serie animata uscita su Netflix lo scorso 28 settembre. «“Ada Twist Scienziata” – ci dice Claudio – è una serie animata Netflix basata sull’omonima collana di libri illustrati di Andrea Beaty e David Roberts e prodotta da Barack e Michelle Obama.
Ada è una bambina curiosa e piena di energia, con un amore spassionato per la scienza e per la risoluzione di piccoli problemi di tutti i giorni. Insieme ai suoi amici Iggy, un piccolo architetto, e Rosie, una piccola ingegnera, affrontano problemi di vita comune ai quali cercano di trovare una soluzione o più semplicemente capirne la causa. Ogni puntata termina con dei professionisti nel campo della scienza che, in maniera leggera e interessante, spiegano l’aspetto tecnico del problema e regalano una piccola curiosità sull’argomento.
In generale, lo scopo dello show è quello di insegnare ai bambini a essere curiosi e a porsi delle domande sul mondo che li circonda. Li ispira a scoprire e interessarsi alla scienza utilizzando la loro immaginazione per creare soluzioni e risolvere problemi quotidiani.
Precedentemente avevo lavorato alla produzione di uno show animato in 2D mentre, con “Ada Twist” mi sono confrontato per la prima volta con la produzione di animazioni in 3D. Quando ho iniziato a lavorare come character designer principale sullo show, ancora soltanto pochissimi personaggi erano stati creati. È stato molto soddisfacente entrare a fare parte del team così presto e poter lavorare alla creazione di buona parte dei personaggi della prima stagione».
Alla ricerca dell’umore, come nascono i personaggi di Claudio Naccari
Ma che tipo di ricerca fa un disegnatore prima di mettersi a lavorare? «Innanzitutto – dice Claudio – è essenziale leggere bene la descrizione precisa del personaggio da creare, capirne non solo le fattezze fisiche ma anche la personalità, il carattere e l’umore.
Una volta che il personaggio ha preso vita nella mia testa, comincio a cercare delle reference: mi ispiro molto ai lavori di artisti che apprezzo particolarmente per il loro stile e tratto grafico ma utilizzo per lo più molte foto di riferimento “reali” per assicurare originalità alla sintesi dei miei personaggi. Tutto questo materiale diventa la mia “moodboard”, (una sorta di collage con tutte le immagini di riferimento) che serve per avere una direzione chiara mentre esploro le prime bozze del personaggio.
Definirei il mio linguaggio umoristico. Mi piace rappresentare la realtà nei suoi aspetti più comici, grotteschi e inusuali. Non mi è mai interessato particolarmente lo stile prettamente realistico. Il disegno è una forma di evasione e io lo uso per creare una dimensione parallela alla realtà. Divertirmi, descrivere un momento, lanciare un messaggio, o semplicemente far sorridere qualcuno».
Da Messina all’Irlanda
Anche Claudio fa parte di quei messinesi che per poter realizzare il proprio obiettivo, devono necessariamente andare via. La mancanza di infrastrutture e di sviluppo imprenditoriale, rende tutto più complesso. Claudio, pensi che se fossi rimasto a Messina avresti avuto le stesse opportunità?
«Normalmente gli studi di animazione richiedono agli artisti di lavorare in sede e, purtroppo, a Messina ancora non ne esistono. Per poter fare il mio lavoro restando relativamente vicino a casa, mi sarei dovuto trasferire in un’altra città italiana del nord. Ho deciso invece di partire inizialmente per l’Inghilterra per poter imparare l’inglese che mi ha aperto tante porte lavorative.
La pandemia del Covid-19 ci ha insegnato che il lavoro da remoto è possibile e funziona, quindi spero che presto, molte cose cambieranno nel mio settore». Pensi di tornare? «Di certo non lo escludo, ma non in un futuro troppo prossimo. Vorrei continuare a fare delle esperienze all’estero per poter tornare equipaggiato di conoscenze ed energie che possano servire a migliorare quello che, purtroppo, a Messina ancora non funziona bene. Spero però di poter tornare più spesso e per più tempo, magari passando dei mesi a lavorare con vista mare».
I progetti per il futuro di Claudio Naccari
Claudio sta già lavorando alla seconda stagione di “Ada Twist Scienziata” che uscirà prossimamente. «Ma, una volta ultimato il progetto, spero di poter collaborare con diversi studi in giro per il mondo, il che mi permetterebbe di raggiungere una maggiore autonomia professionale e collaborare a diverse produzioni, magari anche un film d’animazione per il cinema, chissà».
E il personaggio che ti piacerebbe illustrare? «La mitologia messinese e siciliana mi affascina particolarmente e, ovviamente, ci sono molto affezionato. Ad esempio, mi piacerebbe “portare in vita” Scilla e Cariddi, Mata e Grifone, Colapesce o i personaggi delle carte siciliane sotto forma di libro illustrato per farli conoscere alle nuove generazioni».
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Grande Claudio, sei uno dei pochi orgogli messinesi.
Sono d’accordo oltre “portare in vita” i miti messinesi come sai illustrare solo tu si potrebbero ri valutare con altre idee come per esempio fare una gara di sculture e poi metterli a punta Faro proprio dove adesso c’è quella “archeologia industriale “ orribile.