Bello, artigianale e fatto in Sicilia: la bottega di Lucia Vento

Pubblicato il alle

5' min di lettura

Si chiama Lucia Vento, la 40enne nata e cresciuta a Messina che studiava ingegneria dei materiali e che per uno strano caso del destino – il 21 marzo 2016, data ufficiale – si è ritrovata ad aprire una piccola bottega, in centro città, dedicata – in modo particolare – alla ceramica siciliana. Quella bella e fatta bene. «Era una rosticceria con una insegna arancione.»

All’interno della bottega di Lucia Vento troverete davvero di tutto; dalle meravigliose teste di Alessandro Iudici (in foto) ai pikini di Martina Camano passando dagli oggetti preziosi di Alexandra Mastroeni. Ad agosto partiranno laboratori itineranti per conoscere meglio gli artisti e i luoghi della ceramica. Si comincia il 7 a Santo Stefano di Camastra con il ceramista Nicola Mirenda, in mostra adesso da Alessandro Borghese a Milano.

La ceramica Siciliana

Sicuramente Lucia sin da piccola ha una passione per la ceramica. «Da ragazzina ero molto attenta e incuriosita dalla ceramica raku (tecnica di cottura giapponese) che mi sarebbe piaciuto produrre ma che non avevo mai avuto la possibilità di fare. E poi ero, per ragioni di famiglia, legata alla caleca di Patti.»

Ma a differenza di quello che si possa pensare, Lucia Vento non sapeva proprio cosa farci con questa bottega sul corso Cavour. «Non sapevo assolutamente cosa sarebbe uscito fuori. Non avevo idea, pensavo che sarebbe stato un negozio di alimenti siciliani o un coworking, vista la mia esperienza a Palermo. Ma stava già nascendo il Fab-Lab a pochi passi da qui ed era fantastico che lo stessero già facendo loro e a poco a poco è diventato una bottega di artigianato siciliano. Mi ero anche stancata di vedere come souvenir la maglietta del padrino. Volevo proporre non l’artigianato folkloristico ma l’artigianato di adesso.»

Lucia Vento non si affida ai cataloghi ma al suo instinto e gusto. «Una volta che avevo deciso il concept, ho cominciato ad andare in giro per laboratori per vedere come venivano fatte le cose. E ho dato identità a questo posto. Volevo riprodurre l’immagine di una casa siciliana vera. Come la zona cucina dove faccio il caffè per le persone che vengono a trovarmi. Adesso mi piacerebbe allestire anche una stanza per i laboratori, sarebbe il mio sogno

Creare arte – l’artigianato a cui non pensi

Quando pensiamo all’artigianato pensiamo subito ai mercatini e invece no. Perché l’artigianato è una vera e propria arte, a tutti gli effetti. «Rimango perplessa quando propongono i mercatini artigianali dove alla fine si vende di tutto, anche le mutande. Perché chi decide di fare questo mestiere, intraprende un percorso di studi ed è un vero artista. Per esempio Francesco Scherma che fa anche le armature delle opere dei pupi. O Alessandro Iudici artigiano da nove generazioni. Hanno delle competenze, esperienze all’estero ma alcune volte non vengono valorizzati. Dietro i loro oggetti, c’è uno studio, un pensiero.»

A Lucia la ceramica piace veramente tantissimo. «La ceramica contiene i cinque elementi. La ceramica è sostanzialmente fango e riuscire a farlo diventare un pezzo d’arte significa che ci metti del tuo. Dal nulla crei, questo è quello che fa un ceramista. Mi piacciono le storie che ci sono dietro, le scelte, quello che ha portato a realizzare quello oggetto. Come per esempio la matrangela. Una figura femminile ancestrale di origine nebroidea che veniva regalata alle ragazze che stavano per sposarsi. Sono oggetti che hanno un’identità

In giro con Lucia – dal 7 agosto i laboratori di ceramica

I turisti ne sanno molto, amano l’artigianato siciliano. «Ho imparato moltissimo dai turisti ma devo dire che anche i messinesi mi hanno stupito. Il turismo è fondamentale perché è uno degli elementi su cui si basa il mio concept.»

Da qui l’idea di creare dei laboratori itineranti. «Non perdere la nostra tradizione è fondamentale. Soprattutto perché ci sono moltissime realtà valide nel nostro territorio.» Il primo appuntamento è fissato per il 7 agosto a Santo Stefano di Camastra con Nicola Mirenda per imparare la lavorazione dell’argilla e della terracotta.

«Nico ha una storia bellissima, a 16 anni ha iniziato a lavorare in una bottega di ceramisti. Spesso prendeva i pezzi difettosi o i residui di smalto per sperimentare. Adesso è in mostra con Ceramitica la sua personale di teste dedicate ai Miti dello Stretto e della Sicilia. Ed è nato tutto dalle sue mani

(1377)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.