Tra arte e sogno, doppio appuntamento col Cortile Teatro Festival: i prossimi spettacoli a Messina

Pubblicato il alle

5' min di lettura

Doppio appuntamento con il Cortile Teatro Festival di Messina, all’Area Iris, lo spazio aperto della Multisala di Ganzirri, il 23 e il 27 agosto. La compagnia Carullo-Minasi porterà in scena “Umanità nova, cronaca di una mancata rivoluzione”, dedicato al ’68 e ai Moti di Reggio; la “QA – Quasianonimaproduzioni” porterà sul palco “Minima mente blu”, dedicato invece all’arte e all’artista, che prende le mosse da uno studio sul pittore Kandinskij e il musicista Schönberg. Scopriamo qualcosa in più sui due spettacoli.

Cos’è il Cortile Teatro Festival

Il Cortile Teatro Festival è una kermesse culturale, dedicata al teatro, nata da un’idea di Roberto Zorn Bonaventura, direttore artistico, e Giuseppe Giamboi. È organizzato dal Castello di Sancio Panza, in collaborazione di Umberto Parlagreco, Francesco Reitano, del ristorante ‘A Cucchiara, di Nutrimenti Terrestri, della Multisala Iris, del Lido Horcynus Orca, della Tenuta Rasocolmo e con il sostegno di Latitudini, rete di drammaturgia siciliana, e di Caronte-Tourist. Il Festival aderisce ad Arcipelago, la rete di Festival Siciliani. Grafica di Riccardo Bonaventura. Tanti gli spettacoli già andati in scena quest’estate, di cui vi abbiamo parlato. I prossimi appuntamenti sono fissati per il 23 e il 27 agosto. Vediamo tutti i dettagli

Il 23 agosto in scena “Umanità nova, cronaca di una mancata rivoluzione”

Il primo appuntamento della prossima settimana con il Cortile Teatro Festival è fissato per martedì 23 agosto alle 21.30 all’Area Iris. La compagnia Carullo-Minasi (con Sciara Teatro) presenterà il primo studio di “Umanità nova, cronaca di una mancata rivoluzione”, drammaturgia di Fabio Pisano, interpretato da Giuseppe Carullo, con la regia di Cristiana Minasi.

La compagnia presenta così lo spettacolo: «I Moti di Reggio, i cinque anarchici morti sulla strada, sono la disturbante scheggia di un’Italia impazzita, sono l’eco di un “mito” andato a finire male. Una generazione, quella dei ventenni del ’68, che ha lottato e che ha perso, anzi peggio è stata strumentalizzata dal potere. Ha ragione lo scrittore Luis Sepulveda: “Narrare è resistere”. Resistere alla tentazione di dimenticarli, di dimenticare. Lo spettacolo – narrando della specifica vicenda dei cinque anarchici di Reggio e del conflitto generazionale scatenatosi negli anni Sessanta e subdolamente cavalcato dai movimenti di estrema destra italiana per creare una strategia della tensione volta a far accettare alle classi dirigenti l’eventualità di una dittatura – intende farsi portatore dell’importanza della Storia, della sua conoscenza e della sua corretta trasmissione per evitare che i fatti si ripetano senza che li si conosca. Non a caso il titolo dello spettacolo richiama il nome del celebre settimanale anarchico. Le forme di comunicazione, le verità che emergono e non emergono, la memoria, la dimenticanza, la perdita di rappresentanza e la difficile, se non impossibile, voglia di partecipare ai movimenti di rivoluzione non ha consentito a “quelle nuove generazioni” di proseguire sulla strada che da sempre appartiene ai giovani di tutti i tempi: il sogno».

Allo spettacolo collaborano Fabio Cuzzola, Giovanna La Maestra e Massimo Ortalli; la consulenza musicale è di Alessandro Calzavara, assistente alla regia Sergio Runci.

Il 27 agosto in scena “Minima mente blu”

Il secondo appuntamento della settimana con il Cortile Teatro Festival è fissato per sabato 27 agosto alle ore 21.30, sempre all’Area Iris. In scena la compagnia “QA – Quasianonimaproduzioni” con “Minima mente blu”, scritto e diretto da Auretta Sterrantino e interpretato da Giulia Messina.

Così Sterrantino spiega la messa in scena: «Tutto prende le mosse da uno spettacolo realizzato nel 2016 e dedicato a uno studio sul pittore Kandinskij e il musicista Schönberg. A distanza di anni torniamo sul tema per riprendere il cammino della Trilogia sull’Arte, che si concentra innanzitutto sull’urgenza che muove l’artista, sul confronto a cui egli è chiamato nel corso del proprio processo creativo e, contemporaneamente, sulla relazione tra il suo mondo e quello esterno. La riflessione riparte in questo lavoro dal principio di necessità della “nudità” di fronte a noi stessi e agli altri e si concentra soprattutto sul conflitto che anima l’artista, attraversato dall’ansia di ricerca, dalla tensione verso il Sublime e dalla frustrazione che spesso ne deriva».

«La via percorsa – prosegue – si muove tra musica e colore, tra punto, linea, movimento e parola e lungo questo solco si agita Sibilla, ora incerta ora decisa, schiacciata da una parte dagli orrori di una guerra difficile da comprendere e dall’altra da un passato che la tormenta: che fare? Restare attaccati al passato o sfrondare tutto da ogni falsità e giungere alla pura essenza, alla nudità, intesa come ruvidità, assenza di fingimenti o filtri digitali con cui oggi modelliamo avatar che tanto poco ci somigliano? Essere in mi minore, azzurro chiaro, come il sogno che porta in sé il presagio dell’oscurità? O sintetizzarsi in sol diesis minore, blu, profondo e nostalgico, tendendo verso il cielo, verso la contemplazione oltre la fisicità? Tra “parole, lettere, numeri, frazioni, circostanze” proveremo anche noi, insieme a Sibilla, a declinare la nostra ricerca, un viaggio ardimentoso attraverso mille menzogne da svelare su “accordi sintetici per una nudità d’essenza”: MINIMA MENTE BLU».

Per informazioni e prenotazioni contattare il numero: 3487967879.

(294)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.