Archeologia subacquea in Sicilia: finanziato un progetto per scoprire nuovi fondali marini

Pubblicato il alle

3' min di lettura

Con oltre mezzo milione di euro, la Regione Siciliana ha finanziato, d’intesa con la Soprintendenza del Mare, un progetto dedicato all’archeologia subacquea per documentare i fondali marini della Sicilia. «Un progetto di indagine e documentazione dei fondali marini della Sicilia, – si legge nella nota – con l’aiuto di innovativi sensori e robot, alla scoperta di nuovi siti archeologici subacquei». Oltre alla valorizzazione del patrimonio culturale, l’altro obiettivo del progetto è di gettare le basi per l’istituzione di un Centro di eccellenza dell’archeologia subacquea, per dare continuità al lavoro avviato da Sebastiano Tusa.

«I fondali siciliani – ha detto il presidente della Regione, Nello Musumeci – ci hanno restituito negli anni e continuano a custodire tesori preziosi, testimonianza di millenni di storia e di cultura. L’importante lavoro di ricerca che il governo regionale ha finanziato permetterà di creare una mappatura dettagliata della situazione sottomarina da mettere a disposizione non solo degli specialisti del settore, ma anche degli studenti, turisti, appassionati di storia, gli interessanti ritrovamenti archeologici». Nel progetto verranno coinvolte: Palermo, Ustica, Isole Eolie, Catania, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Agrigento e Trapani.

L’archeologia subacquea in Sicilia

Dopo l’avvio della riqualificazione dell’ex asilo Calcagno di Milazzo e lo scambio di reperti tra i musei di Palermo e Atene, proseguono i progetti della Regione Siciliana dedicati al patrimonio artistico, naturale e culturale dell’Isola.

In Sicilia esistono già 23 itinerari dedicati all’archeologia subacquea, che «contribuiscono – come dice la Soprintendenza del Mare – in maniera rilevante ad accrescere la riconoscibilità ed il valore sociale e culturale di un patrimonio, quello culturale sottomarino, a lungo negletto e, soprattutto, in balia di pochi speculatori. Accresce in maniera esponenziale il valore dell’offerta culturale che emana dal patrimonio storico-archeologico sottomarino siciliano, con ricadute non indifferenti sia sull’incremento del livello di conoscenze della popolazione sia nell’offerta turistica culturale della Sicilia».

«Il progetto – ha aggiunto l’assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Alberto Samonà – avrà la durata di circa tre mesi. Interesserà i fondali di: Palermo, Ustica, Isole Eolie e delle province di Catania, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Agrigento e Trapani. Si avvarrà dell’utilizzo di un drone subacqueo (Auv-Autonomous underwater vehicles), in grado di effettuare contemporaneamente scansioni con strumenti sonar incorporati, immagini video e fotografiche in maniera autonoma attraverso un percorso di navigazione».

È previsto anche l’utilizzo di reti di sensori sottomarine innovative che forniranno in tempo reale dati utili per la sorveglianza dei siti e per monitorare la conservazione dei reperti. Le attività saranno gestite dalla Soprintendenza del Mare, con una squadra di archeologi subacquei, documentaristi e ricercatori. La prima fase sarà dedicata alla ricerca a campione a una profondità batimetrica da 50 a 200 metri di profondità e sarà realizzata una mappatura dei fondali.

(Foto di Pasquale Vassallo)

(313)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.