Debutterà a Messina venerdì 20 gennaio lo spettacolo “Amori e sapori nelle cucine del Gattopardo” di Roberto Cavosi, con Tosca D’Aquino, Giampiero Ingrassia e Giancarlo Ratti, per la regia di Nadia Baldi. Si tratta di una co-produzione tra il Teatro Vittorio Emanuele e il Teatro Stabile La Contrada di Trieste, che calcherà i palchi di tutta Italia.
Dopo il successo del cartellone “Dicembre a Teatro”, è pronta a partire la stagione abbonamenti 2022/2023 del Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Lo spettacolo di apertura sarà, appunto, “Amori e sapori nelle cucine del Gattopardo”, in scena venerdì 20 gennaio alle ore 21.00 e poi sabato 21, sempre alle ore 21.00 e domenica 22, alle ore 17:30. Tra i protagonisti, Tosca D’Aquino, Giampiero Ingrassia e Giancarlo Ratti. Lo spettacolo dà vita a ciò che, si immagina, accadesse nelle cucine di Palazzo Ponteleone mentre nei lussuosi saloni soprastanti si consuma il famoso ballo narrato né “Il Gattopardo”.
Ma cosa succedeva, quindi? Risponde il Teatro Vittorio Emanuele, con la descrizione dello spettacolo che si può leggere anche: «Volano le portate – si legge sul sito ufficiale dell’Ente –, si azzuffano i cuochi, si tirano padelle ma soprattutto si svelano amori impensabili, crudeli e meravigliosi conditi da tutti quei santi e profani profumi tipici della cucina siciliana. Teresa, la cuoca, in gioventù è stata la prostituta prediletta nientemeno che di Don Fabrizio Salina, il Gattopardo. Il loro fu un amore tanto intenso quanto impossibile che incendiò un’intera estate. Ma è da allora, da vent’anni, che non si vedono e lei lo aspetta, sperando che la degni almeno di un saluto, mentre la sua anima custodisce un inconfessabile segreto».
«Un segreto – prosegue – che Monsù Gaston, il cuoco mandato in aiuto dei Ponteleone dallo stesso Don Fabrizio, non tarderà a scoprire: Carlo, il figlio ventenne di Teresa, è figlio del Principe di Salina, che di lui non sa assolutamente nulla.
“Amori e sapori nelle cucine del Gattopardo” si dipana tra succulenti litigi, ricatti, ironia, sarcasmo e umorismo attraverso lo scontro di Teresa e Monsù Gaston. Uno invidioso dell’altra, non si accontentano di gareggiare nel preparare i piatti migliori, ma vogliono avere anche l’esclusiva delle attenzioni di Don Fabrizio. Un testo nel quale pietanze e sentimenti si mischiano ad arte in quel caleidoscopico mondo fatto di languore ed erotismo, di passione e causticità tipico del “profondo” sud».
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