Nascondeva armi per la mafia: 8 anni di carcere a carabiniere

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Otto anni e 4 mesi di carcere, più 80mila euro di multa. Questa la condanna decisa dal gup del Tribunale di Barcellona, Salvatore Pugliese, per il carabiniere Francesco Anania, 49 anni, di Milazzo. Il militare dell’Arma era stato arrestato nell’agosto 2014, con l’accusa di aver favorito le cosche del barcellonese.
L’appuntato Anania, che in passato aveva svolto anche il servizio di scorta per i magistrati della DDA di Messina, fu accusato di avere nascosto armi e droga a Milazzo, in un terreno di sua pertinenza, e di essere stato una “talpa” perr l’organizzazione mafiosa del Longano. Al suo arresto contribuirono le dichiarazioni del boss Carmelo D’Amico.

“La mattina del 4 agosto 2014, in Contrada Bastione di Milazzo- nei pressi dell’abitazione di Anania – con l’utilizzo di un escavatore, i carabinieri del Reparto operativo di Messina, scoprirono a parecchi metri di profondità: 3 pistole, un fucile d’assalto ak-47 kalashnikov, di fabbricazione russa, e anche un altro fucile.

In quella stessa occasione, il figlio di Anania, Cristian, fu bloccato mentre cercava di allontanarsi dall’area operativa cinturata dai carabinieri con circa 200 grammi di cocaina e circa 300 grammi di marijuana; il nipote di Anania, Felice, fu invece bloccato in fase del ritrovamento delle armi. Anche il fratello dell’appuntato, Giuseppe, rimase successivamente coinvolto nella vicenda giudiziaria.
Oltre un anno dopo, il gup, per i 4 imputati, che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, ha così deciso: pena di 8 anni e 4 mesi, più 80mila euro di multa, per Francesco Anania; per il fratello, Giuseppe Anania, 4 anni e 4 mesi con 10mila euro di multa; per il nipote, Felice Anania, 2 anni e 4 mila euro di multa, pensa sospesa.
Per Cristian Anania, figlio di Francesco, accusato del reato di favoreggiamento personale di un familiare, dunque non punibile secondo codice penale, è arrivata l’assoluzione.

Per tutti il Pm aveva chiesto condanne molto più pesanti.

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