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Assolti Patrizia Valenti e l’ex direttivo del Cas dall’accusa di abuso e omissione di atti d’ufficio

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patrizia valentiAssolta dall’accusa di abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio l’assessore regionale Patrizia Valenti. La vicenda giudiziaria riguarda il periodo in cui la Valenti, come Angelo Paffumi, Giuseppe Faraone e Carmelo Torre (anche loro assolti) erano al timone del Consorzio Autostrade Siciliane.
Secondo l’accusa, i quattro, in concorso con Antonio Minardo e Felice Siracusa, già processati e condannati in primo e secondo grado, non sarebbero colpevoli per le accuse mosse loro dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta scaturita dalla mancata approvazione della graduatoria del concorso del luglio 2005 e del conseguente rifiuto di nominare Olivia Pintabona, al tempo direttore del Cas.
Patrizia Valenti subentrò alla presidenza del consiglio direttivo del Cas nel 2008. Il direttivo era composto da Torre, vicepresidente, e Faraone e Paffumi componenti del CdA.
Tutti furono accusati di avere illegittimamente favorito l’ingresso di Siracusa nel ruolo che avrebbe dovuto essere della Pintabona.
In pratica, sostenne al tempo l’accusa,l’abuso sarebbe consistito nel non dare seguito ad una sentenza del Tar del 2006, con cui, accolto un ricorso della Pintabona, si obbligava il Consorzio a procedere all’approvazione della graduatoria del concorso interno per titoli, proprio per coprire il posto di dirigente generale, e quindi anche la determina del commissario ad acta risalente al maggio 2006 che aveva approvato la graduatoria. Il Tar intimò al CdA del Consorzio «l’immediata assunzione dell’avv. Pintabona quale direttore generale dell’ente.
L’accusa di omissione di atti d’ufficio riguardava l’ex presidente Patrizia Valenti poichè- sostenne la procura- non convocò il Consiglio direttivo per deliberare il conferimento dell’incarico di dirigente generale, così come previsto dal regolamento del Consorzio.
Torre, Paffumi e Faraone sono stati assolti dall’accusa di abuso d’ufficio perché il fatto non costituisce reato. Per l’omissione in atti d’ufficio, sono stati assolti perché il fatto non sussiste. Il fatto non sussiste nemmeno per la Valenti, sia per il reato di omissione che di abuso d’ufficio.
La sentenza, emessa il 10 dicembre 2013, è stata depositata in cancelleria qualche giorno fa.

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