La Procura di Messina ha aperto un fascicolo in merito all’emergenza idrica che da quasi 3 settimane ha messo in ginocchio la città di Messina. E’ un’inchiesta, quella appena avviata, che non ha, almeno al momento, nè ipotesi di reati penali, nè indagati.
Messina è a secco da sabato 24 ottobre, dopo una frana che, a Calatabiano, ha danneggiato la condotta denominata Fiumefreddo.
Avviati i lavori per riparare il danno, è stato un susseguirsi di ritardi, di ulteriori guasti e danneggiamenti. Un susseguirsi di polemiche, di contrasti tra il Comune e la Prefettura che, dopo diversi giorni di gestione comunale dell’emergenza, ha preso il controllo della situazione.
Fino a quando, dopo ulteriori ritardi e ulteriori guasti al tratto di condotta interessato, è stato dichiarato dal Consiglio dei Ministri lo stato di emergenza per Messina e la gestione dell’emergenza è passata alla Protezione Civile che, da qualche giorno, sta provvedendo, nell’attesa dell’ultima e definitiva riparazione della condotta, anche alla distribuzione dell’acqua alla popolazione, oltre che a coordinare gli interventi a Calatabiano.
Adesso quello che la città da tempo aspettava: che la Magistratura riesca a far luce su specifiche responsabilità che, a quasi venti giorni da una crisi idrica non ancora risolta, sicuramente esistono.
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