Vino, insegnami come vedere la mia storia quasi fosse già fatta cenere di memoria.

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Vino, insegnami come vedere la mia storia quasi fosse già fatta cenere di memoria.   (J. L. Borges)

 

Era stata una giornata difficile. Già, dal mattino, si era visto, sarebbe stata dura.

Il traffico e una pioggerellina sottile, avevano ritardato i miei appuntamenti.

Le persone,quel giorno, mi sembrava, fossero da un’altra parte, rispetto a ciò che mi aspettavo e mi chiedevo perché.

Mentre, gli eventi accadono, non hai modo di capirli del tutto.

È così.

Devi aspettare che, sedimentino dentro di te, filtrarli, lasciare che, sparisca il superfluo.

Che se ne chiarifichi l’essenza.

In effetti, ero meno in sintonia col mondo e questo mi stancava.

E, in quei giorni, devi capire cosa ti  sta succedendo.

 Cambiamo, se siamo vivi,  ci succede sempre, lentamente, ma cambiamo.

Mentre, le cose restano uguali a se stesse.

Così avevo deciso di smettere di lavorare, prima del solito ed ero passato dall’ enoteca del mio amico  Rosario.

Lui cerca sempre di propormi cose nuove, e lo fa anche brillantemente, riesce, scherzando, a capire il tuo stato d’animo e cerca di darti un vino con cui è possibile, secondo lui, abbinarlo.

Cerca di essere un  “somelier dell’anima” e spesso, tra il serio ed il faceto, ci riesce.

Quella sera, non sentii ragioni, malgrado le proposte, avevo bisogno di scegliere da solo.

Etna Rosso Firriato 2008 , 14 gradi ,    80 %Nerello mascalese e 20% Nerello cappuccio. Qualcosa di autentico, niente vitigni internazionali, buoni per tutte le occasioni, meglio uvaggi che nascono nella nostra terra e che, da sempre, vivono  il loro terroir, un po’ come me. Rosario capì e sorrise.

Da solo, nel silenzio che c’è solo nelle case di campagna, stappai e versai.

Un colore rosso porpora carico e brillante, veramente un bel rosso, riempì il mio bicchiere.

Suonò il telefono.  Aspettai che finissero gli squilli, senza rispondere,, roteando il bicchiere perché si ossigenasse bene il vino, l’ultimo tentativo del mondo di non farmi riflettere.

Poi il profumo del legno, delle grandi botti di rovere di Slavonia, mi accompagno, tra pepe nero, cannella, lampone e ciliegia sotto spirito ed io cominciai a riconoscermi.

I profumi sono come delle ancore per i ricordi, ti tirano fuori parti dimenticate di te, ma anche storie, solo prestando per un momento attenzione ad essi. E così aspettai, ogni tanto portavo di nuovo il bicchiere al naso e facevo ripartire il fluire dei pensieri. Poi, quando pensai che fosse giunto il momento giusto, bevvi.

Firriato ha i suoi vigneti di Etna rosso a Castiglione  a circa 600/700 metri sul livello del mare. Terra incredibile l’Etna per il vino, un ambiente unico, e difficili gli uvaggi, scontroso il  mascalese, testardo il cappuccio. Ci avevano messo degli anni, anche i più  esperti enologi, per capire come fare un buon Etna, perché lì, il terreno si evolve e l’uva reagisce, avevo fatto la scelta giusta, anch’io mi sentivo scontroso e testardo ma, anche,   in evoluzione.

Il sapore giustamente tannico del vino e la sua  leggera  sapidità accelerarono i miei pensieri,

mentre  la sua corposità  e una buona dolcezza mi rilassavano. Elegante questo vino, pensai, mentre, finalmente,  la mia storia fluiva pulita e tranquilla…. quasi fosse già fatta cenere di memoria.

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