Vincenzo Franza irrompe nel dibattito sul porto di Tremestieri e sul futuro dello Stretto di Messina. L’ad di Caronte & Tourist definisce il porto in costruzione a sud una «soluzione ottimale per l’attraversamento dei centri abitati», ma, dubbioso sui tempi di realizzazione, guarda invece a un’altra opera: un nuovo porto a sud di Villa San Giovanni.
«Il nuovo porto – si legge in una nota – a Sud rappresenta la soluzione definitiva ai problemi che il traghettamento crea a Villa San Giovanni, ed infatti il progetto era stato giustamente inserito nella programmazione dell’AdSP. Per questo, sorprende e preoccupa notare che il progetto non rientri tra gli interventi immediatamente realizzabili avvalendosi dei fondi e delle procedure semplificate del PNRR».
Poi, l’attacco all’Autorità Portuale dello Stretto, che accusa di aver adottato scelte strategiche importanti senza però collegialità. «Avevo personalmente già avuto modo di lamentare la mancanza di collegialità nelle scelte strategiche su quelle aree della Città di Messina che non hanno destinazione portuale. Adesso anche il Tavolo del Partenariato del Mare chiede il confronto all’AdSP dello Stretto per poter apportare il proprio contributo di professionalità ed esperienza nelle scelte per gli sviluppi futuri dei porti di competenza di quell’Ente».
«In attesa – continua – di poter apportare il mio contributo in uno specifico tavolo di confronto, non ho potuto tuttavia non notare, spulciando le intese raggiunte col Comune di Villa San Giovanni durante il Commissariamento, che la realizzazione del Porto a Sud della città nostra dirimpettaia non è più tra le priorità realizzative dei programmi dell’Autorità di Sistema Portuale.
Cosa guadagnerebbe Messina da un ulteriore porto a sud di Villa? «Di quest’approdo – spiega Franza – che sarebbe speculare a quello di Tremestieri (con tutto ciò che di positivo conseguirebbe in termini di tempi di percorrenza dei traghetti) e che risolverebbe quel vulnus per la città e i cittadini (dal punto di vista del traffico veicolare, dell’inquinamento e della relativa congestione della viabilità) che anche il Comune di Villa San Giovanni da tempo denuncia, si parla ormai da troppo tempo».
«Il primo progetto del nuovo porto a sud, collegato direttamente con l’autostrada, fu presentato dal Caronte&Tourist nel 2001 (quando a Messina si decise di realizzare l’approdo di Tremestieri) senza tuttavia ottenere le necessarie autorizzazioni. Il progetto fu in seguito donato all’amministrazione pubblica, auspicandone l’adozione. Sul fatto che esso rappresenti la soluzione definitivo per il problema creato dal traghettamento a Villa San Giovanni sono ancora a parole tutti d’accordo. Sorge però il dubbio che non sia più così».
Franza prosegue contestando poi l’assenza dei fondi del PNRR per la struttura: «Sebbene – osserva – il Porto a Sud sia stato inserito nella programmazione futura della ADSP, esso non rientra tra gli interventi la cui realizzazione è prevista immediatamente avvalendosi dei fondi e delle procedure semplificate del PNRR. È invece prevista la realizzazione di due nuovi scivoli per il traghettamento di autovetture, con un ulteriore potenziamento della viabilità esistente, nel cosi detto “Lido Cenide”. L’intervento è finanziato anche con i fondi del PNRR e realizzabile realisticamente in 4/5 anni. Una proposta questa che è stata più volte avanzata da Caronte & Tourist al fine di migliorare l’utilizzabilità degli approdi esistenti, per cui si tratta di un tema di cui si è già ampiamente discusso».
In conclusione, piuttosto che focalizzarsi sul porto di Tremestieri, l’amministratore delegato di C&T si domanda: «Non sarebbe forse stato più lungimirante concentrarsi unicamente sulla realizzazione del Porto a Sud di Villa San Giovanni, utilizzando di fondi e procedure accelerate del PNRR, tentando così di recuperare parte del ritardo lato Calabria? Scelta impegnativa certo, direi una vera sfida. Ma che sarebbe potuta scaturire da un confronto aperto e trasparente tra tutti gli stakeholder, ove mai però un confronto ci fosse stato.
«Confidiamo comunque che si possa recuperare il ritardo, nell’interesse del territorio, dei cittadini, delle imprese e dei lavoratori del settore, grazie anche ad un confronto tra stakeholder e ADSP “vero”, con una tempistica bloccata ma ragionevole, e non incontri generici durante i quali si dovrebbe decidere su tutto, ma in realtà non si riesce ad approfondire niente».
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