Per l’autunno 2020 le Regioni italiane hanno richiesto il 40% di dosi in più di vaccino antinfluenzale rispetto all’anno scorso. La ragione la spiega Silvestro Scotti, presidente della Federazione italiana dei medici di Medicina generale: «Se riduciamo con le vaccinazioni la circolazione dell’epidemia di influenza stagionale, rendiamo più evidente l’infezione da coronavirus». Intanto, Farmindustria è partita alla carica con l’obiettivo di rispondere celermente a tutte le richieste.
Dopo la circolare inviata dal Ministero della Salute lo scorso giugno in cui si invitano le Regioni ad anticipare le campagne per i vaccini antinfluenzali a ottobre, molti Enti sono corsi ai ripari e hanno già lanciato le gare per individuare le aziende fornitrici. A commentare, sull’Ansa, è il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi: «C’è uno sforzo comune di tutte le nostre imprese, siamo in grado di adempiere alle richieste, c’è tutta la volontà. Abbiamo risposto a tutte le gare delle Regioni e siamo in contatto continuo con il ministero della Salute e l’Agenzia del farmaco».
Obiettivo del Ministero della Salute, si legge nella circolare del 5 giugno, è quello di “offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo, vista l’attuale situazione epidemiologica relativa alla circolazione di Sars-Cov-2”.
Coronavirus e vaccino influenzale
Ma che correlazione c’è tra l’emergenza coronavirus e il vaccino influenzale? A spiegarlo chiaramente, come già anticipato, è Silvestro Scotti, presidente della Federazione italiana dei medici di Medicina generale, che afferma: «Se riduciamo con le vaccinazioni la circolazione dell’epidemia di influenza stagionale, rendiamo più evidente l’infezione da covid». Di base, la vaccinazione antinfluenzale dovrebbe consentire di evitare la sovrapposizione dei sintomi dell’influenza con quelli del coronavirus e ridurre quindi i tempi per un’eventuale diagnosi.
Si ricorda, inoltre, che il Ministero della Salute ha abbassato l’età delle persone a cui la vaccinazione è raccomandata, passando da 65 a 60 anni.
(361)