L’Italia raccomanda l’uso preferenziale del vaccino anti-covid Astrazeneca per i soggetti sopra i 60 anni. La conferma è arrivata ieri, mercoledì 7 aprile, in serata. Dopo l’annuncio del Ministro Roberto Speranza, il direttore generale del Ministero della Salute, Gianni Rezza, ha firmato la relativa circolare. Chi ha ricevuto la prima dose del vaccino anglosvedese potrà comunque ricevere la seconda, sempre di AstraZeneca, in quanto non ci sono «elementi per scoraggiare la somministrazione della seconda dose», come affermato dal presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli.
Dopo il verdetto dell’Ema (Agenzia europea per i medicinali), che ha deciso di non sconsigliare la somministrazione del vaccino AstraZeneca (o Vaxzevria) per fasce d’età, ma ha lasciato la decisione agli Stati Europei; l’Italia ha scelto di raccomandare un “uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni”. A spiegare tale decisione, sempre nella serata di ieri, il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli: «Ema e Aifa – ha spiegato – hanno valutato nuovi dati per quel che riguarda lo sviluppo di trombosi.
«La valutazione fatta dal Comitato di farmaco vigilanza dell’Ema (il Prac) – ha aggiunto – è che il nesso di causalità, per quanto non dimostrato definitivamente, è stato dichiarato come plausibile. Il meccanismo che sottende allo sviluppo di queste complicanze non è oggi definitivamente chiarito. Ci sono delle ipotesi che fanno pensare a una reazione del sistema immunitario che predisporrebbe al verificarsi di questi fenomeni che, però, lo sottolineiamo, sono molto rari. Gli eventi che sono stati osservati sono stati superiori all’aspettato in soggetti fino ai 60 anni, ma inferiori all’aspettato nei soggetti sopra i 60 anni. La maggior parte di questi eventi trombotici si sono osservati in soggetti di sesso femminile, ma soprattutto sotto i 60 anni di età. Anche se va detto in maniera chiara che l’Ema ha dichiarato che non ci sono fattori di rischio identificati».
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