Entità del contributo regionale, tabelle di equiparazione e pianta organica dipendenti, stabilizzazione degli orchestrali e delle maestranze esterne, programmazione delle attività. Sono tutte problematiche, complesse, che si sono e si stanno sviluppando attorno alla vertenza dell’ “Ente Teatro di Messina” e che «impongono, a tutte le parti in campo — afferma Tonino genovese, Segretario Generale della Cisl —, un’opportuna riflessione per meglio comprendere ed individuare la priorità delle azioni da porre in essere». Uno dei primi interrogativi che Genovese si pone riguarda l’ammontare del contributo regionale destinato al Teatro Vittorio Emanuele. Se con l’approvazione del bilancio 2013, prevista per il 30 Aprile, dovesse essere confermata l’entità dello stanziamento (4 milioni di euro circa), che fine farebbe il Teatro di Messina?
«Ci restano venti giorni al 30 aprile, durante i quali — dice il sindacalista — dobbiamo tutti insieme, dagli operatori culturali alle rappresentanze politiche, dai sindacati dei lavoratori ai dipendenti del teatro, le maestranze esterne, i professori d’orchestra, gli artisti, i componenti del Consiglio d’Amministrazione dell’Ente e, perché no, anche i cittadini, chiedere all’A.R.S. il ripristino della misura dello stanziamento da parte della Regione». «Oggi — continua Genovese — è in ballo la vita e il futuro del Teatro a Messina. Per questo, la misura del contributo regionale risulta essenziale». «Se la cultura a Messina, negli ultimi vent’anni, è stata sempre viva è stato possibile soprattutto per la mole di attività posta in essere dall’Ente Teatro — spiega Genovese —, che ha saputo anche distinguersi per le tante iniziative culturali, mostre ed eventi proposte all’interno del foyer e delle altre sale del teatro, assolvendo a compiti non strettamente istituzionali». Nei confronti di un luogo storico della Cultura, Genovese chiede alla classe politica maggior impegno e, in particolar modo, responsabilità: «L’Assemblea Regionale Siciliana deve riconoscere la diversità del caso Messina e per questo prevedere un diverso trattamento rispetto agli altri teatri dell’Isola. Chi governa deve far chiaramente comprendere quale destino intende dare al Teatro nella città di Messina, deve far conoscere cosa vuol realizzare nei confronti dei professori d’orchestra, delle maestranze tecniche stagionali, degli stessi dipendenti dell’Ente. Tutto questo passa certamente dalla misura dello stanziamento che verrà determinato nel prossimo bilancio 2013 della Regione». Alla luce di ciò, il sindacalista propone di unire le forze per ottenere l’adeguamento dello stanziamento nel bilancio regionale, evitando la chiusura del Teatro sotto il peso di tagli dei fondi economici e di costi di gestione eccessivi.
«Anche il Comune di Messina deve prendere posizione in questa vicenda — ribadisce Genovese. Il momento di riflessione è utile per ricordare che lo stabile del Teatro Vittorio Emanuele è di proprietà comunale e che ancora a oggi, pur se diversi interventi di manutenzione straordinaria sono stati realizzati dall’Ente, la struttura risulta avere problemi di agibilità. Non possiamo paventare la chiusura del Teatro anche per queste ragioni». «La cultura — conclude —, in una società moderna, svolge un ruolo non delegabile e quindi, nonostante le ben note difficoltà economiche di bilancio, dobbiamo avviare una riflessione sul ruolo e sulle responsabilità delle Istituzioni nel valorizzare l’offerta culturale del nostro territorio».
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