Il Ministro dell’Università e della Ricerca (MUR), Anna Maria Bernini, all’Università degli Studi di Messina per l’inaugurazione dell’anno accademico 2022/2023: «Si apre un anno nel segno della competenza, della professionalità, della qualità dell’offerta didattica di un Ateneo che ha una grande storia, ma soprattutto un grande futuro».
Si è svolta questa mattina la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2022/2023 presso l’Aula Magna del Polo Universitario “Papardo”, alla presenza del Rettore, Salvatore Cuzzocrea, e del Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. A margine dell’evento, l’esponente dell’esecutivo guidato dalla premier Giorgia Meloni ha risposto ad alcune domande dei giornalisti presenti su temi riguardanti il mondo universitario, dal numero chiuso per Medicina e Chirurgia, all’annoso gap tra il Nord e il Sud del Paese.
«Si aprirà il corso di Laurea in Medicina a Chirurgia – ha spiegato –, grazie alla Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI), alla Conferenza Stato-Regioni e agli esperti che hanno collaborato con noi per definire i fabbisogni. Apriremo in maniera sostenibile, non in maniera discriminata lasciando al margine della via dei disoccupati. E soprattutto, creeremo un contatto tra l’apertura al corso di Medicina e Chirurgia e le scuole di specializzazione, cercando di valorizzare quelle che in questa fase sono meno opzionate in questa fase. Vogliamo dare incentivi agli studenti, non vogliamo aprire loro la porta alla facoltà di Medicina e poi chiuderla sulle specialità. Un’apertura sostenibile, in linea con i bisogni del mercato».
Per ridurre il divario tra Nord e Sud, il Ministro Bernini propone un “Erasmus italiano”: «La mia idea – ha spiegato – è di creare una sorta di Erasmus italiano, garantendo la mobilità degli studenti dal Sud al Nord e dal Nord al Sud dando una doppia qualificazione, facendo in modo che gli atenei coordinino le loro offerte formative e che gli studenti si possano trasferire. Tutto questo lavorando su borse di studio e residenze universitarie, che noi stiamo già implementando. Abbiamo messo 500 milioni sulle borse di studio e 300 milioni sulle residenze. Bisogna che gli studenti che non possono permettersi di studiare fuori dalla loro regione di residenza siano supportati».
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