E’ fissata per lunedì 23 marzo, alle 10, davanti all’ingresso principale del nosocomio di viale Europa, la manifestazione organizzata dal Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte” presentata questa mattina presso la Sala Ovale del Comune di Messina.
All’incontro con la stampa sono intervenuti Marcello Minasi, presidente del Comitato e i medici Silvano Arbuse e Donatella Melina componenti dello stesso, Pippo Calapai, segretario della Uil Fpl, sindacato che insieme alla Fials Medici ha aderito alla mobilitazione di lunedì, Fabrizio Calorenni dell’Area Civati del Pd, anch’essa aderente, i consiglieri comunali Giovanna Crifò, Libero Gioveni e Nino Carreri.
La nuova manifestazione, che segue quella ampiamente partecipata dello scorso 29 settembre, è stata decisa dal Comitato «in conseguenza del silenzio dell’Assessore Borsellino cui più volte è stato chiesto un intervento chiarificatore e definitivo sul destino dell’Ospedale Piemonte». Ma nessun pronunciamento ufficiale è mai giunto da Palermo, tranne notizie riferite da altri soggetti a vario titolo interessati alla vicenda.
Nel suo intervento Minasi evidenziato l’assenza alla conferenza stampa del Sindaco, Renato Accorinti, nonostante fosse stato invitato, e la mancata adesione alla manifestazione, a tutt’oggi, di alcune importanti sigle sindacali e di altri che, insieme al primo cittadino, avevano persino sottoscritto un protocollo per il mantenimento del nosocomio.
«Le altre organizzazioni sindacali e l’altro comitato oltre il nostro, Sanidea – ha dichiarato Minasi -, avevano aderito al protocollo firmato anche dal Centro Neurolesi, per programmare l’accorpamento tra Piemonte e l’Irccs, con il mantenimento dei reparti e dell’emergenza-urgenza. Non vorrei che si defilassero nel silenzio. Non ne conosciamo le ragioni, ma sostengo che siano ragioni oscure. E intanto i firmatari di quel documento sono scomparsi».
Sul futuro dell’Ospedale, il magistrato ha aggiunto: «Temo che tutto sta nel voler consegnare gratis alcuni padiglioni del Piemonte al Centro Neurolesi. Ma non vedo perché questa struttura d’eccellenza debba lucrare sull’Ospedale Piemonte: le due entità potevano perfettamente coesistere, così com’era il programma originale. Invece, la Borsellino e pure molti in questa città sostengono che il Piemonte verrà salvato: ma cosa? Soltanto le mura e di certo non l’ospedale coi reparti e il pronto soccorso, bensì con un centro riabilitativo».
Il dottor Arbuse ha poi precisato: «Credo che il Centro Neurolesi e, in particolare, il dottor Bramanti, che con noi ha partecipato a numerosi incontri e sottoscritto dei documenti per il mantenimento dell’Ospedale Piemonte, sia in buona fede. La presenza dell’Irccs in città è un fatto positivo e non bisogna fare delle dietrologie su questo. Né bisogna fare dietrologie circa il supposto interesse del Policlinico per acquisire, soprattutto, l’utenza di Ostetricia e Ginecologia: come farebbero a sobbarcarsi oltre i loro mille e trecento parti pure i mille e duecento del Piemonte? Sul ruolo, poi, del Sindaco, credo che abbia assunto una posizione “da sartina”, parlando ancora adesso nelle interviste di quella presunta aggressione subita alla manifestazione di settembre».
Sulla manifestazione, Arbuse dice infine: «Quella di lunedì potrebbe essere l’ultima chiamata alle armi», ed ha annunciato il passo estremo, ovvero quello di rivolgersi al Prefetto.
«Dopo la manifestazione – ha concluso il medico – ci recheremo al Palazzo del Governo».
La dottoressa Melina ha posto l’accento sul ruolo strategico del Pronto Soccorso del Piemonte: «Chi risponderà – ha chiesto provocatoriamente – dei 32mila interventi di Pronto Soccorso Generale e dei 10mila del Pronto Soccorso Ostetrico e del Pronto Soccorso Pediatrico? Dovendo rivolgersi gli utenti al Policlinico o al Papardo, quanti arriveranno in tempo?».
Calapai ha poi parlato dei 78 posti letto assegnati dalla Regione al Piemonte e che si credeva fossero la salvezza dell’Ospedale: «Quei 78 posti letto – ha detto il sindacalista – sono, invece, il cavallo di Troia, perchè sono per acuti e post acuti. Ecco le parole magiche: “post acuti”, che possono coprire la cifra intera e non necessariamente per un ospedale».
Calorenni ha poi puntato il dito sulla “responsabilità della politica” che sta per determinare l’ennesimo scippo alla città.
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