Ancora tagli a Messina. Nella città dello Stretto, oltre che navi e treni, verranno ridotti anche gli uffici postali. Sono 19 gli uffici postali che chiuderanno presto a Messina e provincia. Questo il significato della “riorganizzazione” delle risorse di Poste Italiane.
Dei 25 uffici chiusi in tutta la Sicilia, ben 19 chiuderanno definitivamente o resteranno aperti solo 3 giorni a settimana.
Sono quattro gli uffici postali che chiuderanno in città. I messinesi dovranno fare a meno, volenti o nolenti, degli uffici di: San Saba, Altolia, Cumia e Pezzolo. In provincia chiuderanno definitivamente gli sportelli di Serro (Villafranca), Pellegrino (Monforte S. Giorgio), Valdina, Protonotaro (Castroreale), Soccorso (Gualtieri Sicaminò), Campogrande (Tripi), Cattafi (S.Filippo del Mela), Torregrotta (resta aperto solo lo sportello di Scala) e Fiumara (Piraino). Altri sei invece lavoreranno a giorni alterni, 3 volte a settimana. Si tratta degli sportelli di: San Filippo Superiore, Roccafiorita, Saponara, Alicudi, Bafia, Condrò.
Almeno 13 lavoratori delle Poste andranno ricollocati in altri uffici.
Chi dei nuovi assunti, con contratto part time, confidava nell’assunzione definitiva, da oggi non può dormire sonni tranquilli.
Tutto questo non è vaga programmazione, c’è già una data prevista per la cosiddetta “razionalizzazione” di Poste Italiane: il 13 aprile la chiusura diverrà realtà, per lavoratori e utenti.
Entrambe le categorie, infatti, dovranno fare i conti con quanto deciso dall’azienda che, per contenere i costi, ha deciso di chiudere delle filiali. Quello che ci si chiede è come sia possibile che, dei 25 uffici postali da chiudere in tutta la Sicilia, ben 19 siano nella provincia di Messina.
I sindacati preannunciano una forte opposizione.
“Dopo avere denunciato la carenza di personale sul recapito ed anche alla sportelleria, adesso Poste Italiane decide di chiudere alcuni presidi piccoli ma di fondamentale importanza per le comunità più lontane dai centri – dichiara Gisella Schillaci, segretaria Slp Cisl Messina, sul taglio degli uffici postali –così facendo, la popolazione più debole, i pensionati, non avranno più la possibilità di andare nel proprio ufficio postale. Sinceramente siamo molto preoccupati, sia per la popolazione, che per i nostri dipendenti di Poste Italiane – continua – perché così non si fa altro che diminuire il personale ancora di più e diventerà ancora più difficile dare un servizio di qualità all’utenza”.
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