Si torna a parlare del nuovo Palagiustizia di Messina e si riaccende la polemica tra attuale e vecchia amministrazione. A rilanciare il tema, il vertice tenutosi nei giorni scorsi al Ministero della Giustizia durante il quale il sindaco Cateno De Luca ha ritirato la propria controproposta che prevedeva la collocazione della nuova Cittadella non più, come previsto inizialmente, nei locali dell’Ospedale Militare, ma al posto del parcheggio “La Farina”.
Quale che sia la sede prescelta per il nuovo Palazzo di Giustizia, una decisione andrà presa entro il 30 settembre, almeno secondo quanto affermato dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Grazia D’Angelo di concerto con il capogruppo pentastellato alla Camera Francesco D’Uva a seguito del vertice che ha visto la presenza, tra gli altri, del sindaco di Messina Cateno De Luca, del Prefetto Maria Carmela Libbrizzi e dei rappresentanti dell’Agenzia del Demanio.
E, uscito dalle aule del Ministero, è stato il Primo Cittadino a commentare quanto discusso nella mattinata rendendo nota la sua decisione di ritirare la propria proposta e sottolineando come l’Agenzia del Demanio avrebbe affermato come per realizzare il nuovo Palagiustizia nei locali dell’Ospedale Militare (Caserma Scagliosi) ci vorrebbero non 18 milioni di euro, bensì una cifra che si aggira tra i 35 e i 40 milioni di euro.
Ma a commentare sono state anche la deputata di Fratelli d’Italia Ella Bucalo e la collega di Forza Italia Matilde Siracusano, la quale ha sottolineato, visto quanto condiviso dal Sindaco, la necessità di rivalutare l’opzione del parcheggio “La Farina”: «Ho inoltre chiesto – ha specificato – di effettuare una nuova valutazione dei costi-benefici, in modo da comparare le due proposte».
Sulla stessa linea l’intervento della deputata Carmela Ella Bucalo: «Stiamo, purtroppo, parlando di un iter che ha avuto inizio ben 30 anni fa, ma che le solite lungaggini burocratiche italiane, hanno rallentato o bloccato, quindi nulla è stato risolto. Ho notato che c’è poca chiarezza se è vero, per come è emerso, che ad oggi non è stato rispettato alcun cronoprogramma».
In ogni caso, se ne riparlerà al prossimo tavolo tecnico, previsto per settembre.
Botta e risposta tra MessinAccomuna e il sindaco De Luca sul Palagiustizia
La reazione di MessinAccomuna
Immediata la risposta di MessinAccomuna, laboratorio di partecipazione civica di cui fanno parte alcuni membri dell’Amministrazione Accorinti: «Ovviamente non sappiamo cosa sia stato detto nel tavolo tenutosi a Roma – scrive in una nota – ma purtroppo non riusciamo a credere che quella comunicata da De Luca sia la verità anche perché somiglia troppo a ciò che lui vorrebbe fosse la verità. Però alcune cose le sappiamo e proviamo a dirle».
In particolare, secondo quanto riporta il laboratorio: «Il protocollo d’intesa firmato dalla precedente Amministrazione ha salvato le risorse pari a 17 milioni di euro e individuato una soluzione urbanisticamente corretta che utilizzava queste risorse. Non sappiamo quali siano i conteggi fatti nella riunione, ma sappiamo che nelle aree dell’Ospedale militare vi sono da ristrutturare circa 11.000 mq e utilizzando un costo unitario di 1.000 euro/mq (prezzo che risulta confacente per l’attuale mercato italiano anche con una ristrutturazione pesante) si arriva ad un costo di 11 milioni di euro per l’adeguamento di quella parte dell’Ospedale che è stata destinata al Palazzo di Giustizia».
«È forse utile ricordare che mentre la soluzione ipotizzata nel protocollo è compatibile urbanisticamente con la destinazione a Palazzo di Giustizia, quella ipotizzata dal Sindaco nel fosso non lo è in base alle norme attuali – conclude MessinAccomuna per poi mandare un messaggio al Primo Cittadino: «In merito alla dichiarazione del Sindaco che afferma che tutti i sottoscrittori del protocollo sapevano che stavano firmando un documento “farlocco” crediamo che oltre a postare sulla sua pagina Facebook questa affermazione, vista la gravità della stessa, dovrebbe agire in quanto pubblico ufficiale venuto a conoscenza di un reato grave commesso in pubblico da Magistrati, Dirigenti della Pubblica Amministrazione e Politici. Aspettiamo sue notizie in merito Sindaco».
La replica di Cateno De Luca
Notizie arrivate sempre in giornata tramite una nota stampa in cui il sindaco Cateno De Luca ribatte alle accuse: «Gli accorintiani hanno preso in mano la calcolatrice, facendo i loro conti senza l’oste, per affermare che i 18 milioni per il progetto del Palagiustizia sono sufficienti. Al tavolo tecnico presso il Ministero della Giustizia al quale ho partecipato, però, l’Agenzia del Demanio (organo ben più qualificato di MessinaAccomuna) è stata chiara sulla vertenza. Invito dunque questi alchimisti da strapazzo di smetterla con i soliti riti esoterici perché, se dobbiamo dirla tutta, hanno arrecato un grave danno alla città firmando uno scellerato protocollo d’intesa che oggi, a detta dei soggetti che lo hanno sottoscritto, sarebbe stato irrealizzabile».
Tornando poi sul merito della questione, De Luca ha sottolineato: «Ricordo a scanso di equivoci che la proposta del protocollo d’intesa prevedeva la realizzazione degli uffici giudiziari presso la Caserma Scagliosi, dove attualmente c’è l’ospedale militare, con conseguente suo spostamento presso un altro immobile della Marina militare, in prossimità degli ex molini Gazzi».
«Noi invece – prosegue il Primo cittadino – nel luogo in cui abbiamo dato disponibilità per la realizzazione del nuovo Palagiustizia, ovvero l’attuale parcheggio di via la Farina, noto come “Fosso”, procederemo comunque con la progettazione che prevede la realizzazione della Cittadella dei servizi municipali. Di conseguenza saranno accorpati tutti gli uffici comunali e realizzati più livelli di parcheggio».
«Rispetto al cronoprogramma – conclude – abbiamo fatto una proposta utile e seria piuttosto che quella farlocca individuata con uno scriteriato protocollo d’intesa. Vogliamo dimostrare che dunque non siamo innamorati delle nostre idee: siamo disposti al confronto ma non prestiamo il fianco a strumentalizzazioni su rallentamenti di procedure che non appartengono a questa Amministrazione. Rispediamo al mittente il conto senza l’oste».
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