Anche le Iene nei mesi scorsi si erano interessate a un caso che aveva indignato l’opinione pubblica: un terreno di proprietà demaniale a Furnari, che, secondo l’accusa, era stato svenduto a privati con la complicità di funzionari del Genio Civile di Messina e della Regione siciliana.
Oggi l’Avvocatura dello Stato chiede l’annullamento del contratto di compravendita di quell’appezzamento di terreno, nell’ambito di un procedimento promosso dal Comune di Furnari, nonostante in una prima fase, l’organismo avesse chiesto di rigettare l’azione proposta dal sindaco Mario Foti.
L’avvocatura ha proposto inoltre la condanna dei privati acquirenti del terreno al risarcimento dei danni patrimoniali e non in favore della Regione. Cambia la strategia difensiva, dunque, anche in seguito alla rideterminazione del prezzo di vendita del terreno, in 368 mila euro, mentre era stato acquistato per soli 3.944 euro nel 2014.
Nei primi giorni di luglio, i Carabinieri avevano eseguito l’ordinanza per l’applicazione di Misure Cautelari emessa a carico di: Antonella Giuseppina Giuffrè, Federico Scardino, Franca La Rocca, Loredana Giuffrè, Ninfa Cangemi e Dania Ciaceri.
Agli indagati sono stati contestati i reati di “Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, perché al fine di commettere il reato di “abuso in atti di ufficio”, in concorso materiale fra loro, formavano un atto pubblico falso.
In particolare, Scardino, La Rocca e Loredana Giuffrè, da privati, avrebbero ottenuto da Antonella Giuffrè, Architetto del Genio Civile di Messina, un atto di stima del terreno a Furnari, falso nella parte relativa alla stima del bene per la successiva vendita. Antonella Giuffrè, quale autore materiale, attestava nell’atto indicato un valore per la vendita pari ad euro 3.944,80, quando il terreno andava stimato in più di 368 mila euro.
La stessa, nella sua qualità di dirigente dell’Ufficio del Genio Civile di Messina, avrebbe procurato un ingiusto vantaggio ai privati concorrenti indirizzando la falsa stima del terreno agli Uffici del Dipartimento Regionale del Bilancio e del Tesoro della Regione Siciliana, che nel mese di luglio del 2014 autorizzava la vendita in favore di Scardino e La Rocca, perchè procedessero alla stipula del contratto di compravendita, avvenuta nel settembre 2014.
I funzionari della Regione Sicilia- secondo l’ipotesi d’accusa- avrebbero procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale ai predetti privati recando evidente danno patrimoniale all’Ente regionale, violando dapprima le norme sulla trasparenza della azione amministrativa per poi autorizzare la vendita del bene al prezzo sottostimato.
Ai due Giuffre’, Scardino e La Rocca è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre è stata applicata la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico Ufficio per la durata di 6 mesi nei confronti dei funzionari della Regione Siciliana, Cangemi e Ciaceri.
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