È arrivato il nuovo registro pubblico delle opposizioni. Quante volte, durante la giornata, veniamo infastiditi da telefonate di pubblicità a cui abbiamo dato inconsapevolmente il consenso? Da oggi, grazie a una legge approvata nella primavera scorsa, sarà possibile impostare il blocco alle chiamate dei call center.
Il ministero dello Sviluppo Economico ha previsto una nuova integrazione del RPO, che adesso sarà disponibile anche per i numeri di cellulare oltre che per le linee telefoniche fisse. L’iscrizione nel registro sarà infatti possibile compilando un apposito modulo elettronico sul sito del RPO www.registrodelleopposizioni.it oppure telefonando al numero verde 800 957 766 per le utenze fisse e allo 06 42986411 per i cellulari o inviando un apposito modulo digitale tramite mail all’indirizzo iscrizione@registrodelleopposizioni.it.
Il nuovo registro delle opposizioni oltre a essere pubblico sarà gratuito e permetterà a tutti i cittadini di non comparire più negli elenchi che gli operatori di telemarketing utilizzano, revocando le autorizzazioni precedenti. Qualsiasi telefonata diventerà così illegale, a meno che non sia stato fornito il consenso per il trattamento dei dati personali, anche dopo l’iscrizione al registro. In quel caso, si potrà richiedere un’altra iscrizione al RPO che aggiornerà la propria posizione nel database.
Con il nuovo servizio l’operatore deve, per legge, consultare mensilmente il RPO e comunque prima di svolgere le campagne pubblicitarie tramite telefono. L’opposizione può riferirsi anche alla pubblicità cartacea, nel caso l’indirizzo sia presente negli elenchi telefonici pubblici. Una volta iscritto il numero al nuovo RPO, è comunque possibile chiedere la “revoca selettiva” per cancellare l’opposizione nei confronti di specifici operatori da cui si intende ricevere chiamate promozionali.
C’è un però. Il cittadino infatti non potrà evitare di ricevere telefonate dai gestori di utenze, ad esempio telefoniche o energetiche, con il quale ha contratti attivi o in scadenza. L’operatore in questo caso può continuare a contattare il cittadino fino a 30 giorni dalla cessazione del contratto. Non è poi prevista alcuna tutela per quegli operatori che per sfuggire alle nuove norme si appoggeranno a call center esteri, diventando impossibili da tracciare.
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