A conclusione del tavolo tecnico, tenutosi nella sala consiliare di Palazzo Zanca per affrontare la questione del futuro della Camera di Commercio, Carmelo Picciotto, presidente di Confcommercio Messina, si è detto soddisfatto per l’esito della riunione evidenziando anche quelli che sono i punti critici su cui è necessario intervenire da subito: «Il primo obiettivo – dice il numero uno di Confcommercio Messina – è il ripristino di un governo democratico alla guida dell’Ente camerale che possa realizzare quelle scelte che sono fondamentali. Quando si parla di futuro della Camera di Commercio, non si fa altro che parlare del futuro delle imprese, dalle quali, va sottolineato, dipendono le prospettive del territorio messinese. L’Ente dal quale può essere avviato un percorso che possa portare nuova linfa e ossigeno ai piccoli imprenditori è appunto la Camera di Commercio, un tassello fondamentale della vita economica di un’area che vuole proporsi anche come città metropolitana. Non va trascurato un concetto: non può esistere una città metropolitana senza una Camera di Commercio».
«L’impressione – aggiunge Picciotto – è che ci sia ancora tanto da lavorare, ma anche che esistano le condizioni per avviare una fase costruttiva nell’immediato futuro. Naturalmente, auspico che tutti coloro i quali oggi hanno espresso posizioni favorevoli alla tutela dell’ente camerale, e quindi delle imprese, si adoperino nelle sedi opportune in coerenza con la posizione esternata oggi».
«La presenza al tavolo degli onorevoli messinesi – prosegue il presidente di Confcommercio – mi fa ben sperare, e su questo aspetto è doveroso fare un plauso al presidente del consiglio comunale, Emilia Barrile, che ha avuto la sensibilità di recepire il nostro stimolo e la nostra battaglia finalizzata al superamento della fase di commissariamento dell’ente. In particolare in questo periodo, durante il quale la trasformazione delle Camere di Commercio è al centro del dibattito politico, sarebbe stato necessario, già da tempo, dare la possibilità di scegliere quali direzioni prendere ad una guida di imprenditori e non ad un commissario. Per quanto riguarda la questione degli accorpamenti, noi continuiamo a sostenere un concetto cardine: riteniamo logico, e direi giusto, un processo di accorpamento che dia rilevanza alle tre città metropolitane della nostra regione, Palermo, Catania e Messina, le quali dovrebbero mantenere le rispettive Camere di Commercio assorbendo quelle delle altre provincie siciliane».
Al tavolo tecnico hanno partecipato, oltra ai presidenti e alcuni rappresentanti delle associazioni di categoria, il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, la deputazione messinese regionale, i vicepresidenti del Consiglio comunale e i capigruppo consiliari.
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