Parrucchieri, barbieri e centri estetici di Messina aderiscono alla protesta “Tagliati Fuori”, nata contro le misure del dpcm Conte, per chiedere alle istituzioni di non “tagliare fuori” la categoria, attualmente in grande crisi a causa delle disposizioni di contenimento del coronavirus. A sostenere la manifestazione sono Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato.
Chiusi da marzo 2020, parrucchieri, barbieri e centri estetici chiedono di poter riaprire prima della data scelta per loro dal Governo centrale, quella dell’1 giugno. A motivare questa richiesta sono ragioni economiche: attualmente, sottolineano gli aderenti all’iniziativa, la categoria si trova in grande difficoltà, le saracinesche sono abbassate da un mese e mezzo e gli aiuti da parte delle istituzioni non sembrano sufficienti a risolvere la situazione.
La protesta assumerà una forma simile a quella già messa in atto dai gestori di bar, locali, pizzerie, pasticcerie e rosticcerie lo scorso martedì. Lunedì 4 maggio diversi parrucchieri, barbieri e centri estetici apriranno simbolicamente l’attività per 20 minuti, dalle 9.00 alle 9.20, esporranno un cartello con su riportato l’hashtag #tagliatifuori e condivideranno sui social foto e video della manifestazione.
«Quello che chiediamo – scrivono – è di non essere tagliati fuori da questa fase, chiediamo di poter riaprire al più presto con delle linee guida ufficiali che riguardano la sanificazione e le disposizioni anti coronavirus, l’igiene e l’accoglienza. Chiediamo di avere una liquidità sotto forma di prestiti a fondo perduto, chiediamo maggiore tutela per i nostri dipendenti, chiediamo che il sistema di tassazione con le relative scadenze venga rivisto e rielaborato, altrimenti ci ritroveremo ad abbassare definitivamente le saracinesche».
Inoltre, aggiungono: «L’Inps non ha ancora riconosciuto la sospensione del pagamento dei contributi sugli stipendi dei lavoratori dipendenti, sebbene questa sia prevista nel D.L. 18/2020, per cui rischiamo che ci vengano recapitati avvisi di mancato pagamento con applicazione di sanzioni ed interessi, come se ciò non dipendesse dal coronavirus ma da una nostra voluta inadempienza».
Ma a preoccupare i firmatari della protesta è anche un altro fattore: il lavoro nero. «A causa del protrarsi delle chiusure obbligatorie dei locali in regola – scrivono –, si diffonderà a macchia d’olio, sia per colpa di chi già prima dell’emergenza coronavirus operava illecitamente, sia a causa della frustrazione che tutti i nostri clienti stanno vivendo ormai da ben due mesi».
Parrucchieri, barbieri e centri benessere che aderiscono alla protesta #TagliatiFuori
A fronte di tutto questo, delle difficoltà economiche che migliaia di operatori del settore e le loro famiglie si trovano ad affrontare in queste settimane, diversi parrucchieri, barbieri e centri benessere di Messina hanno deciso di aderire alla protesta “tagliati fuori”.
Ecco le loro firme:
Daria Sturniolo, Franco De Gaetano, Lillo Valvieri, Dott. Alessandro Picarella, Sabrina Amato, Leila Rizzo, Natale Alampi, Lucia Cotugno, Alessandro Cacciotto, Simona Pitruzzello, Raul Montrone, Anna Lisa Urzì, Angelo Galletta, Smeralda Rizzo, Mirella Costa, Antonio Mangano, Rosaria Bandiera, Paulo Delia, Gaetano Venuti, Benedetto Bonafede, Daniela Mileto, Luigi , Rossella Frassica, Giovanna Merrino, Marcello Cacopardo, Vincenzo Fiocco, Salvatore Gregorio, Giovanni Ossi, Giovanna Merrino, Ketty Raspaolo, Giuseppe Russo (Jose), Maria Tinuzzo, Lucia Federico, Alice Cannizzo, Angelo Cipriani, Roberto D’amico, Yolanda Mago, Nenzi Gullotta, Antonella Cipriani, Maurizio Lissandrello, Roberto San Filippo, Felicia Fasolo, Giuseppe Carnabuci, Milena Mortillaro, Giuseppe Walter La Spesa, Claudio La Spesa, Giuseppe Pergolizzi, Marcella Contarino, Antonio Mangano, Mauro Todaro, Michele Russo.
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