Sta tenendo banco, in queste ultime ore, la notizia che non risulta sottoscritto alcun contratto di comodato d’uso tra il Comune e l’Acr Messina per l’utilizzo dello stadio “Giovanni Celeste”. Tante le perplessità su quella che il consigliere della terza Circoscrizione, Santi Interdonato, considera «un’anomalia amministrativa non da poco».
«Proprio nella fase in cui l’Amministrazione Comunale è in procinto di varare un provvedimento con cui verranno rideterminate le tariffe per l’utilizzazione degli impianti sportivi comunali – scrive in una nota il consigliere –, prevedendo una considerevole variazione verso l’alto, con alcuni picchi di triplice aumento nei casi delle palestre Ritiro, Juvara, Cep e San Filippo, si viene a conoscenza di un fatto destinato a suscitare un vespaio di polemiche».
Santi Interdonato, che interviene sulla questione, ricorda: «Fin dall’inizio della corrente stagione sportiva, l’impianto di Via Oreto viene impiegato dall’Acr Messina per gli allenamenti e le partite del proprio settore giovanile, nonché in alcune occasioni per gli allenamenti della prima squadra, proprio per come richiesto dall’amministratore delegato della stessa società, Alessandro Failla, con una nota del 25 giugno 2014. A margine delle schermaglie della scorsa estate tra il patron Pietro Lo Monaco e il sindaco Renato Accorinti riguardanti la questione dei concerti allo stadio San Filippo, programmati per il prossimo luglio, il Comune aveva annunciato la concessione in comodato del Celeste in capo all’Acr Messina, visto anche il mancato rinnovo della convenzione con il Città di Messina, titolare del rapporto nella stagione precedente».
Ora la scoperta che l’utilizzo «dell’importante bene comunale non è regolato in alcun modo».
«Nella forma e nella sostanza – osserva il consigliere Pd – l’Acr Messina si trova nella piena disponibilità di uno stadio di proprietà comunale in maniera del tutto abusiva. In questo modo non sono stabiliti gli obblighi reciproci tra le parti, tra cui quelli di manutenzione da parte del comodatario. Non vi è stata una formale accettazione dello stato di consistenza della struttura a seguito della chiusura del precedente rapporto di comodato per cui all’atto della riconsegna al Comune non sarà possibile fare una corretta valutazione rispetto a danni e migliorie. In particolare, un problema di responsabilità si rileva per eventuali danni causati a terzi, persone e cose, nonché per ciò che concerne gli obblighi di sicurezza dell’impianto».
«Suscita notevoli perplessità anche il fatto che la società Città di Messina del presidente Elio Conti Nibali abbia giocato diverse partite del corrente campionato di Eccellenza proprio nell’impianto di via Oreto, visto che la stessa società risulta titolare di un contratto di comodato ormai scaduto ed, evidentemente, non può essere stata autorizzata, dalla società subentrante nel rapporto, l’Acr Messina, dato che tale avvicendamento non si è ancora formalizzato. Pare che negli ultimi giorni dal Dipartimento allo Sport, trascorsi già circa quattro mesi dall’inizio dell’attività sportiva svolta entro l’impianto, siano partiti diversi solleciti indirizzati alla società dei Lo Monaco al fine di regolarizzare la posizione del Celeste».
In tutto questo, puntualizza ancora Interdonato, «emerge nei fatti una disparità di trattamento molto fastidiosa rispetto agli altri operatori del settore. Basti pensare che per il Marullo di Bisconte, a seguito di diverse riunioni con le società sportive, si è riusciti finalmente a trovare un accordo e l’affidamento in comodato della struttura, dove svolgono la propria attività almeno una decina di squadre, si è regolarmente formalizzato.
«Al di la di tutto, se confermata, la rilevazione dell’anomalia amministrativa emersa – prosegue il consigliere – paleserebbe ulteriormente la notevole approssimazione del modo di operare nel settore delle politiche sportive dove si sente fortemente la mancanza di un vero assessore, dato che la delega, come è noto, permane nelle mani del Sindaco. Inoltre, rispetto alla questione Celeste, da tempo si sollecita l’Amministrazione a cambiare rotta abbandonando la pratica della concessione in comodato esclusivo, che non valorizzando in alcun modo l’impianto risulta antieconomica, per passare ad un conferimento in gestione pluriennale sulla base di una gara pubblica che preveda investimenti e migliorie da parte dell’affidatario, nonché la riconversione del manto da gioco in sintetico allo scopo di consentire la più ampia fruizione alle società del calcio minore».
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