Ernesto Fiorillo

Sovraindebitamento: Consumatori associati ottiene per cittadino messinese riduzione debito del 70%

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«Il Tribunale di Messina con un recentissimo provvedimento ha accolto la richiesta presentata da un cittadino messinese ed ha ridotto i suoi debiti del 70% consentendo il pagamento rateale in cinque anni del residuo 30%». Lo riferisce in una nota l’avvocato Ernesto Fiorillo presidente nazionale di Consumatori Associati, che ha assistito la persona che si era sovraindebitata a causa di spese mediche e familiari impreviste.

«Alcune cartelle esattoriali ed i ritardi del pagamento del mutuo – prosegue Fiorillo – rischiavano di compromettere definitivamente la serenità di questo cittadino”. “In soccorso di chi, senza colpa, si viene a trovare in una situazione in cui non è più in grado di pagare i debiti c’è una legge ancora non molto conosciuta – prosegue Fiorillo – che consente di avviare un percorso per mettere definitivamente una pietra sopra il passato con il pagamento solo di una parte del debito e, peraltro, a rate mensili».

«Noi – prosegue Fiorillo – lavoriamo per proteggere i consumatori e per garantire che siano trattati in modo equo. La richiesta di accesso alla procedura che consente di eliminare tutti i debiti pregressi si presenta ad un Organismo di Composizione della Crisi del Sovraindebitamento (OCC) che a Messina si trova presso la Camera di Commercio».

«La procedura– conclude Fiorillo – prevede che il debitore in difficoltà economica possa pagare i debiti da lui assunti in modo diverso rispetto a quanto è previsto dai contratti sottoscritti. La misura in termini monetari dei debiti da pagare viene stabilita in base alla disponibilità economica del debitore attraverso un processo di esdebitazione, il quale cancella una parte del debito, che può essere molto consistente. Con questa procedura si possono bloccare i pignoramenti, intervenire su diversi tipi di debiti e ottenere la sospensione delle azioni esecutive. La procedura dura circa un anno e, ovviamente, è necessario dimostrare che il richiedente è in buona fede».

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