Riceviamo e pubblichiamo:
“Se cerchiamo una ragione al Turismo che in Sicilia non attrae, non premia gli investitori ed è, dunque , in perdita, non troviamola soltanto nella politica che non funziona, nei soldi che non arrivano al settore. Cerchiamola, quella ragione, anche nel comportamento sgarbato, arrogante quando non anche illecito, di chi il turismo lo gestisce.
Vi illustro un chiaro esempio di pessima gestione dell’offerta turistica – una che racchiude tutti e tre gli aggettivi sopra elencati – vissuta in prima persona, oggi, a Linguaglossa, stazione sciistica dell’Etna.
Sgarbato, arrogante, illecito, il comportamento del personale addetto all’impianto. Un impianto che funziona così: attivo dalle 9 alle 16, si può dividere in due fasce, giornaliera (costo 30 euro), pomeridiana, 12,30-16 (costo 19 euro). In aggiunta le spese di noleggio attrezzatura ( circa 20 euro).
Questa mattina, io ho cominciato con quasi 2 ore di ritardo la mia giornata a Linguaglossa ( colpa mia), ho pagato per l’intera giornata ( 30 euro). Ore 10,40, salgo sulla seggiovia. Ore 11,50: l’impianto si ferma. “Un guasto che sarà presto riparato”– ci dicono a valle, appena scesi. Ore 12,30, tutto fermo, davanti la biglietteria della società Star Srl, che gestisce l’impianto, c’è il raduno degli sciatori. Nel frattempo ne arrivano di nuovi, incerti se rimanere o andarsene. Alla biglietteria li invitano a rimanere perchè- dicono- tempo mezz’ora la seggiovia riparte. Ore 14, tutto fermo. Tra due ore le piste chiudono e da altrettante siamo tutti in attesa. Cominciano le proteste. Vogliamo tutti il rimborso del biglietto, specie chi, addirittura, non ha neanche messo gli scarponi ai piedi e ha pagato ‘ in fiducia’, sulla parola dell’addetto alla cassa.
Non se ne discute neanche.
Niente rimborso, no anche alla proposta di un buono da utilizzare una prossima volta. Il massimo della ‘generosità’ della Star srl è l’offerta del trasporto al Monte Conca, una pista vicina ma ‘rossa’, e molti tra noi non praticano piste rosse. Del centinaio in protesta, i più bravi sugli sci accettano, altri, e sono tanti, no. Vogliono soldi o buono. Gli addetti all’impianto chiudono cassa, allargano le braccia e dicono: ” Fatti vostri, la politica aziendale esclude il rimborso. Arrivederci e grazie”.
Oggi a Linguaglossa c’era chi arrivava da Messina, Palermo, Trapani, Agrigento, Capo d’Orlando. Persino una coppia da Catanzaro, che oltre i 30 euro di skipass, i 20 di noleggio sci/ snowboard e scarponi, di una giornata sugli sci persa, ha speso anche soldi di un viaggio molto lungo e del traghettamento (37 euro). Molti hanno minacciato la denuncia.
Ho deciso di andarmene alle 14,30, ho lasciato sul posto, ancora in piena protesta, una quarantina di persone, molte tra loro pronunciavano la parola ‘truffa’.
Ancora adesso mi stupisce che, se non per una tardiva presa di coscienza, solo per ragioni di opportuna cautela, dalla società non abbiano compreso che rischiano grosso.
Infine, se cerchiamo una ragione al Turismo che in Sicilia non attrae, cerchiamola lì, alla fonte”.
Giorgio Raspaolo
Foto: Gabriele Palma
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