Non è un caso che la Cub immigrazione e Unione Inquilini di Messina abbiano aderito al sit-in di protesta nazionale proprio il 1° maggio – la Festa dei Lavoratori – per rivendicare i diritti di chi non è messo in regola e di chi ancora aspetta il permesso di soggiorno. La manifestazione è in programma domani, dalle 11:00 alla Passeggiata a Mare, di fronte la Prefettura. Ad aderire al sit-in di Messina anche il Circolo Peppino Impastato.
«L’intreccio tra la crisi sanitaria ed economica – scrive la Cub immigrazione – ha drasticamente peggiorato le condizioni di vita dei lavoratori, delle lavoratrici e delle classi popolari. Le misure economiche adottate hanno elargito finanziamenti e sussidi a fondo perduto alle banche ed alle imprese private riservando ai lavoratori poche briciole per disinnescare qualsiasi forma di conflitto organizzato.
Siamo di fronte a una vera e propria guerra sociale e sanitaria contro lavoratori e lavoratrici, proprio coloro che hanno creato e creano la vera ricchezza sostenendo il sistema di produzione, distribuzione e vendita di beni e servizi, mentre Confindustria chiede a gran voce la fine del blocco dei licenziamenti che già in questi mesi hanno colpito la fascia di precarietà e principalmente giovani e donne. Il nuovo “Decreto sostegni” si pone sulla scia di quelli precedenti destinando, 2/3 dei 32 miliardi stanziati, alle imprese, mentre gli istituti di sostegno reddituale per i lavoratori rimangono insufficienti e parziali. È urgente aumentare l’assegno unico estendendolo a tutti i lavoratori».
Sit-in del 1° maggio a Messina
La Cub immigrazione e l’Unione inquilini chiedono quindi delle soluzioni che possano rispondere alle esigenze dei lavoratori e dei pensionati, che comprendano:
- la rivoluzione del sistema degli ammortizzatori sociali, garantendo la continuità di reddito e salario: una cassa integrazione universale, semplice e trasparente, verificabile da parte dei lavoratori e che garantisca effettivamente almeno l’80% delle retribuzioni. Riformare la Naspi estendendo il periodo di erogazione e importo economico. Bisogna introdurre redditi e salari garantiti di almeno 1000 € per non lasciare nessuno nella povertà e combattere la precarietà;
- blocco dei licenziamenti economici fino a fine anno esteso per tutte le categorie di lavoratori, sia dell’industria che dei servizi. Ridurre l’orario di lavoro a 32 ore a parità di salario, per combattere la disoccupazione ed i part-time involontari. Stabilizzare i contratti precari;
- investire le risorse disponibili in progetti di rilancio strutturale della sanità pubblica (assunzioni personale sanitario, rinnovo dei CCNL, e applicazione di quello pubblico anche alle strutture convenzionate internalizzazione degli appalti, rilancio della prevenzione territoriale); per la garanzia statale su occupazione, salari e condizioni nelle aziende che chiudono/ristrutturano; per la messa in sicurezza del territorio;
- ridurre fortemente il peso del prelievo fiscale nelle buste paga dei dipendenti per un aumento degli stipendi, aumentare la progressività sui redditi alti. Basta regalie fiscali alle aziende o bonus pagati con i tagli ai servizi sociali. Seria lotta all’evasione fiscale e introduzione della patrimoniale sulle grandi ricchezze. Riduzione delle spese militari a favore della spesa sociale;
- protocolli anti contagio chiari e vincolanti in azienda per lavorare o riaprire in sicurezza: costituire in ogni luogo di lavoro commissioni per la salute e sicurezza con i rappresentanti eletti democraticamente dai lavoratori per revisionare i DVR e monitorare la corretta fornitura e utilizzazione dei Dispositivi di protezione (DPI), gli infortuni, le operazioni di sanificazione e di formazione retribuita dei lavoratori; maggiori risorse per gli organi ispettivi dell’ATS. No all’accordo Confindustria Governo sindacati per la vaccinazione nei luoghi di lavoro
- controllo dei lavoratori nei luoghi di lavoro: basta all’autoritarismo delle aziende. Riattribuire i diritti di contrattazione ai lavoratori a partire da una legge democratica sulla rappresentanza sindacale.
Insieme a questo si chiedono anche più diritti per i migranti, tra cui:
- rilascio immediato dei nulla osta per tutte le persone sotto sanatoria,
- diritto alla salute e piani vaccinali per i migranti.
«Tra sfruttamento lavorativo e ricatti a cui deve sottostare per la propria posizione giuridica precaria – aggiunge il Circolo Peppino Impastato – il lavoratore migrante continua ad essere uno dei soggetti più fragili ed esposto a molteplici rischi e pericoli sociali, legali ed economici. Spesso soli e senza familiari assistono in silenzio e diligentemente i nostri cari accompagnati da una costante angoscia procurata dalle oramai sistematiche notizie delle stragi in mare in cui a perdere la vita sono spesso familiari meno fortunati che, a causa delle frontiere blindate, si sono messi in viaggio sui barconi per raggiungere l’Italia».
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