Vi è mai capitato di avvistare per le vie del centro un cane con grandi occhi scuri e il pelo di un nero intenso, magari impegnato a schiacciare un pisolino? Allora, con molta probabilità, avete incontrato Sansone, il meticcio diventato la vera e propria mascotte dei messinesi.
Sansone è un cane di quartiere, dotato microchip. È uno dei trovatelli “gestiti” dal Comune che supportato da associazioni di volontari, come “Amici del cane” e “Soccorriamoli”, può far affidamento sull’assistenza, spesso quotidiana, di cui questi amici a quattro zampe hanno bisogno. Come tutti i randagi, però, Sansone non ha una famiglia ma è affidato ad una volontaria che se ne prende cura.
Ama la libertà e soprattutto stare in mezzo alla gente. Le zone di Piazza Cairoli e del Duomo sono quelle in cui è più facile incontrarlo ed è sempre disponibile per coccole e foto. C’è solo un piccolo problema: Sansone è talmente tranquillo e abituato al vivere in strada da essere quasi incurante dei rumori circostanti. Per questo motivo, quando si addormenta profondamente, non sente i passanti che lo chiamano per capire se sta bene.
A testimoniare che Sansone ha davvero conquistato il cuore di molti messinesi sono i post e le foto pubblicati nella sua pagina Facebook. I social sono stati davvero uno strumento utile anche qualche giorno fa quando, per alcune ore, si erano perse le sue tracce. Ma la città si è subito attivata e tantissimi cittadini hanno segnalato avvistamenti e dato informazioni utili in brevissimo tempo, fino a quando un gruppo di volontari lo ha ritrovato nei pressi del villaggio UNRRA.
Sansone è stato ritrovato e riportato a casa dai volontari: Anna, Alessandra, Jessica, Biagio, Lillo, Cristina, Maurizio, Marisol, José, Lorellina, Mimma e Cettina. I volontari continueranno a prendersi cura di lui ma sono, comunque, alla ricerca di una “buona adozione” e di qualcuno che sia pronto che gli offra una casa.
La storia di Sansone, ci porta inevitabilmente a pensare ai circa 4mila cani e 35mila gatti randagi che vivono nel territorio cittadino senza un padrone. Da tempo, al riguardo, l’appello delle associazioni è sempre lo stesso: ricevere fondi dalla Regione per poter costruire dei rifugi sicuri, dove poterli ospitarli ed accudire.
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SANSONE NON E’ UNA NOVITA’. Nel regolamento veterinario dei Comuni di Roma e di Viterbo esiste il “cane libero ma accudito”. E’ di proprietà del Comune, non è randagio e viene accudito da uno o più cittadini. Dovrebbe portare un collare o nastro rosso o giallo ( in contrasto con il colore del mantello), per farsi riconoscere dall’eventuale accalappiacani e per far rispettare la sua libertà !!