Risanamento di Messina. Pd e Libera Me: «Il Governo richiami la Regione alle sue responsabilità»

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Sei consiglieri comunali del PD e di Libera Me chiedono l’intervento del Governo sull’annosa questione delle baracche e del risanamento di Messina. Per loro, dalla Giunta Musumeci, in tre anni, sarebbero arrivate solo “dichiarazioni” senza uno sbocco effettivo in atti concreti. I due gruppi lanciano quindi un appello al Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano.

Si continua a parlare delle baraccopoli di Messina dopo la dichiarazione di inammissibilità degli emendamenti presentati alla Legge di Bilancio da diversi deputati messinesi. Dopo l’intervento del sindaco Cateno De Luca, che ha invitato il premier Giuseppe Conte a visitare le baracche della città, sono Biagio Bonfiglio, Nello Pergolizzi e Massimo Rizzo di Libera Me e Felice Calabrò, Claudio Cardile e Alessandro Russo del Partito Democratico a richiedere un intervento da Roma.

«Nell’ultimo fine settimana – scrivono i consiglieri comunali in una nota –, prima l’Assessore regionale Marco Falcone e poi il suo collega di Giunta Gaetano Armao, hanno dichiarato di essere pronti a sostenere finanziariamente gli interventi di risanamento delle aree degradate della città di Messina. Apprezziamo le loro dichiarazioni che, tuttavia, rimangono tali sin dall’insediamento del Governo regionale avvenuto oltre tre anni fa».

«Rivolgiamo fiduciosi un appello al Ministro Provenzano – proseguono – che, spinto dalla deputazione nazionale, ha dimostrato prontamente sensibilità e attenzione verso la vergogna nazionale della baraccopoli messinese. Riteniamo che solo un intervento del Governo nazionale, che per la prima volta si sta facendo carico dell’emergenza abitativa di Messina, potrà chiamare alle proprie responsabilità la Regione siciliana stimolandola finalmente all’azione».

«Sollecitiamo – concludono – i rappresentati del Governo al Ministero delle Finanze affinché, insieme, al Ministro Provenzano possano avviare il più presto possibile una gestione commissariale del risanamento e, d’intesa con la Regione, cofinanziare tutti quegli interventi utili a riconoscere un pieno diritto di cittadinanza a oltre 10.000 cittadini che lo aspettano da decenni».

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