Recovery Fund. Cateno De Luca «diffida il Governo nazionale e regionale»

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Il sindaco di Messina annuncia la diffida nei confronti del Governo nazionale e regionale. Il motivo? Il Recovery Fund e una suddivisione delle risorse che vede il Sud Italia, e di conseguenza anche la città di Messina, altamente penalizzati.  «Abbiamo fatto una radiografia al Recovery Fund – dichiara Cateno De Luca. È un fondo che esce in via straordinaria per affrontare gli effetti di una situazione pandemica che sta mettendo in ginocchio l’Europa e che apre un fronte molto importante riguardo un sostegno straordinario per cercare di risollevare le sorti del complessivo territorio europeo ed evitare che i disequilibri territoriali vengano accentuati dagli effetti di questa pandemia».

Ma da questa radiografia, secondo il sindaco di Messina, esce fuori un quadro tutt’altro che rassicurante per il meridione d’Italia. «Ci troviamo di fronte ad una situazione che vede il Sud fortemente penalizzato – afferma De Luca. Il Consiglio dei Ministri ha utilizzato quale parametro ordinario per la ripartizione delle quote la popolazione (34 %) delle regioni del Sud d’Italia (71,6 MLD)».

«L’Unione europea, nella ripartizione delle risorse fra gli stati membri ha utilizzato, invece, i tre parametri conformemente alle disposizioni in materia di finanziamenti europei: PIL Procapite, il tasso medio di disoccupazione e la popolazione – spiega il sindaco di Messina.

Pertanto, secondo la corretta applicazione di questi ultimi parametri, la percentuale corretta delle risorse da assegnare al Sud è del 75 % (pari a 156,75 MLD) per le regioni del Sud il cui PIL pro-capite è minore del 75% della media europea».

Durante la conferenza stampa, alla quale hanno partecipato anche il vicesindaco Carlotta Previti e il dirigente tecnico della città Metropolitana Salvo Puccio, il sindaco di Messina ha sottolineato un secondo aspetto, ossia il fatto che molti degli investimenti previsti per il Sud Italia altro non sono che progetti già inseriti nei programmi di spesa del governo nazionale.

«Sulle opere nuove inserite nel PNRR per un totale di € 43.190 MLD è stato calcolato con una stima previsionale che solo € 1.227.000,00 sono per città del SUD con una percentuale pari al 2.84% sul totale. La maggior parte degli investimenti previsti per il SUD per un importo di € 16.937,99 MLD sono oggetto di programmi di spesa esistenti con il conseguente disimpegno delle coperture finanziarie precedentemente stanziate su fondi di bilancio statale (DELIBERE CIPE, FSC, PO FESR) la cui successiva destinazione non è dato conoscere.

Occorre pertanto una maggiore chiarezza su due profili strettamente connessi:

1) le risorse nazionali devono essere aggiuntive e non sostitutive rispetto a quelle messe a disposizione dal PNRR al fine di garantire il finanziamento integrale degli interventi inclusi nel Piano ed assicurarne il carattere addizionale rispetto a quelli già previsti dalla legislazione vigente;

2) i profili temporali di reintegro delle risorse del Fondo sociale di coesione al fine di un controllo del rispetto del vincolo di allocazione delle risorse (80% al Mezzogiorno) e che questo impegno venga preso già nel prossimo Documento di economia e finanza. Tale sostituzione si pone in contrasto con il principio addizionalità come indicato dalla Commissione europea in data 8 ottobre 2019 con una lettera indirizzata al governo».

Recovery Found: 9 progetti per Messina

Su richiesta di Anci e in piena condivisione con il percorso intrapreso con l’associazione dei Comuni nazionale, il Comune di Messina e la città Metropolitana ha presentato richieste per investimenti pubblici rispettando i requisiti minimi richiesti per poter essere accolti: impatto concreto sull’occupazione, immediata attuabilità e cantierabilità nella prima fase del PNRR per un totale di € 632.000.000.

Sono state presentate 9 schede progetto le cui macro aree di intervento sono state inserite tutte nel PNRR Nazionale:

Coesione Economica e Sociale – programma di investimenti per il rilancio occupazionale

1) la creazione di una Rete di Autoimpiego per l’incubazione di start up sociali nei settori agricoltura/agroalimentare, artigianato e servizi alla persona – € 39 milioni;

2) Risanamento urbano con priorità negli ambiti di risanamento – € 196.641.920;

Transizione Green – Messina si candida a diventare Città Green

3) Messina ForestaMe il più importante progetto nel centro sud di forestazione urbana – € 25 milioni;

4) la realizzazione della Nuova Rete Idrica con interventi Revamping impiantistica di adduzione, convogliamento e distribuzione – € 52.915.477;

5) Mitigazione del rischio idrogeologico – € 44.154.000;

6) Efficientamento del servizio di raccolta e convogliamento delle acque reflue, sdoppiamento delle acque miste e adduzione verso i depuratori delle acque nere – € 36.150.000;

7) un progetto di Mobilità Sostenibile€ 108.300.000;

Transizione Digitale

8) Digital I Hub che rappresenterà il centro di eccellenza, in ricerca e sviluppo nel settore della trasformazione digitale nelle P.A. del centro sud – € 66 milioni;

9) TiStar (T-i*): multiple innovazioni digitali realizzazione di nuovi servizi per i City User nei servizi pubblici – € 64.350.000.

Il programma di investimenti proposto per la città di Messina ha un duplice obiettivo: transizione “verde” per migliorare la qualità di vita dei cittadini, elevando gli indicatori di benessere e sostenibilità ambientale e transizione “digitale” attraverso il DigitaliHUB (aumentando il cofinanziamento dall’Agenzia di Coesione) che rappresenta una straordinaria opportunità per invertire il fenomeno della “fuga di cervelli”.

«Ci troviamo di fronte al maggiore investimento della storia della Repubblica – afferma il sindaco Cateno De Luca – a causa di una emergenza socio sanitaria senza precedenti e la priorità trasversale di “ridurre le disuguaglianze territoriali” non è una scelta opzionale, ma obbligatoria. In qualità di sindaco di una città metropolitana di una regione del Sud Italia rivendico il diritto ad avviare un’azione a livello nazionale ed europeo e impugnare il Piano del governo del RECOVERY FUND in quanto formulato in palese contrasto di norme europee e principi costituzionalmente garantiti perché non definisce un pacchetto coerente di riforme e progetti di investimento pubblico al Sud accentuando le disparità territoriali».

Recovery Fund: Cateno De Luca diffida il Governo nazionale e regionale

Per i motivi suesposti, il sindaco Cateno De Luca, nell’intento di promuovere tutte le azioni necessarie in ogni sede e ordine a tutela dei diritti lesi con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri in data 12 gennaio 2021 del PNRR in quanto formulato in palese contrasto delle seguenti norme e disposizioni europee,  ha diffidato:

  • il governo nazionale ad apportare tutte le modifiche elencate nell’atto di diffida al fine di aumentare la quota di risorse del PNRR al Mezzogiorno nella misura minima del 75% al fine di accelerare la velocità di convergenza all’interno del territorio nazionale nel lungo periodo migliorando la dinamica di convergenza dell’Italia verso il resto d’Europa;
  • il governo regionale a formulare nuovo atto deliberativo apportando tutte le modifiche indicate nell’atto di Diffida a tutela dei diritti della regione Siciliana, avviando la concertazione con tutti i soggetti istituzionali locali, interregionali e nazionali per la condivisione e definizione delle linee di intervento ritenute prioritarie nel rispetto delle direttive e normative europee.

«Noi la diffida la stiamo facendo non perchè riteniamo violati i principi che riguardano la città di Messina ma tutto il meridione – conclude Cateno De Luca. Stiamo predisponendo, oltre alla diffida, anche una proposta di delibera che manderemo a tutti i sindaci del meridione per portarla in tutti i Consigli comunali. Affinchè questa diffida sia patrimonio di tutti ed è fondamentale che al più presto i Consigli comunali manifestino una condanna di questa situazione che riguarda il territorio. Daremo anche gli indirizzi dove farla pervenire, ovviamente alla Commissione Europea ed al Consiglio dei Ministri, affinché arrivi “una reazione di popolo”. Non è la battaglia del sindaco di Messina ma la battaglia di tutto il territorio meridionale che reagisce al di là delle posizioni politiche».

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