Scrivere questa domenica di Radio Antidoto è come guardare un mare blu, blu pesto, quasi buio. I recenti fatti che hanno visto morire George Floyd hanno accompagnato la fine di questi sette giorni radiofonici, ancora in semi-libertà. Radio Antidoto non ha detto molto perché sapevamo tutti che quello che è successo a Minneapolis ci ha fatto stare male e ci ha resi tristi.
Molto più tristi di quando stavamo rinchiusi a casa e pensavamo – tra un tiro di sigaretta e un altro caffè – che il mondo sarebbe cambiato e sarebbe diventato non più bello o più pulito ma semplicemente più umano. Se solo bastessero le onde, Radio Antidoto sarebbe un rifugio perfetto. Ce ne staremmo a navigare in mare aperto, tutti diversi e tutti contenti di poter dare il nostro contributo durante la vogata.
Radio Antidoto – da Bruxelles a Genova
Per uno strano caso del destino, anche Radio Antidoto si è trovata in mezzo a due manifestazioni (a Minneapolis hanno protestato per la morte di Floyd). Piazze silenziose e applausi scroscianti.
A Bruxelles, con Giuna, abbiamo sfilato in piazza in una sorta di corteo funebre. Una performance spontanea per raccontare la morte dell’arte. Con Cris e Marty siamo andati a Piazza De Ferrari a Genova per lo Stato di Agitazione Permanente della cultura e dello spettacolo. «Si sente il peso» – dice Cris durante la diretta. Il peso di qualcosa che è stato dimenticato: la cultura. Non solo le grandi compagnie o i grandi teatri ma tantissimi professionisti che non vogliono buttare fuori la solita retorica ma vogliono reinventarsi con il sostegno anche delle istituzioni.
Che strana coincidenza, due città sconosciute e lontane con altrettante persone sconosciute e lontante che manifestano per lo stesso motivo. Più diritti, più determinazione dal basso, più partecipazione, più tutele. Il coronavirus ha mandato tutto a rotoli, starete sussurando, non è cambiato niente. E se invece a cambiare dovesse essere proprio l’uomo e non l’ambiente circostante? Molte di queste domande le scambiamo in diretta durante le trasmissioni di Radio Antidoto. Non vogliamo trovare delle risposte però farsi delle domande è un ottimo inizio.
Sono come tu mi vuoi
Radio Antidoto riesce a mandare in onda manifestazioni, proteste, attimi di vita quotidiana perché ha la capacità di destrutturarsi e ricomporsi ogni giorno. Questa radio riesce a modificare ogni giorno il proprio approccio, ed è pazzesco. Un po’ come l’arte, mettiamola così.
(156)