Qualità della vita 2020, Messina al 91° posto nella classifica del Sole 24 Ore

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Il 2020 sta per chiudersi e come ogni anno, arriva puntuale l’indagine “Qualità della vita” stilata dal Sole 24 Ore, nella classifica generale Messina si posiziona al 91esimo posto su 107 province. Dal 1990 ad oggi, Messina ha perso ben 10 posizioni. Ai primi posti per quest’anno: Bologna, Bolzano e Trento.

Sotto la lente di ingrandimento 90 indicatori suddivisi in sei macro-categorie che classificano le città con un punteggio che va da mille a zero:

  • ricchezza e consumi;
  • affari e lavoro;
  • ambiente e servizi;
  • demografia e salute;
  • giustizia e sicurezza;
  • cultura e tempo libero.

Per ogni categoria, ci sono 15 ulteriori indicatori che che compongono il quadro generale della qualità della vita di ogni città. Novità di questa edizione è “l’effetto Covid”, che misura l’impatto della pandemia sui territori attraverso i trend (in variazione percentuale) di alcuni fenomeni che hanno caratterizzato il 2020.

Classifica “Qualità della vita 2020”: Messina è al 91esimo posto

Insomma, da una prima lettura della classifica sulla “Qualità della vita”, di certo Messina non sembra essere un buon posto per vivere e far crescere i propri figli. Andiamo male in affari e lavoro, settore in cui esiste ancora un gap occupazionale tra uomo e donna, alto anche il tasso di disoccupazione e bassissima la partecipazione elettorale. In compenso, siamo fortissimi nel tasso di motorizzazione e nelle estorsioni.

Nel dettaglio i risultati di Messina, che raggiunge la posizione n.91 su 107 province italiane.

  • Ricchezza e consumi

Nella prima delle 6 macro-categorie, Messina si posiziona all’82esimo posto. La categoria prende in esame tra gli altri: i depositi bancari, gli spazi abitativi medi, la pensione di vecchiaia, la popolazione con crediti attivi e gli assegni mensili. Qui andiamo malissimo alla voce “Fatture commerciali ai fornitori oltre i 30 giorni”, infatti ci posizioniamo al 102esimo posto.

  • Ambiente e servizi

Andiamo peggio in Ambiente e Servizi, con un risicatissimo 89esimo posto. La categoria prende in esame tra gli altri: le persone con almeno il diploma, l’ecosistema urbano, i fondi europei per l’ambiente e la prevenzione dei rischi. Qui andiamo malissimo alla voce “Giovani che non lavorano e non studiano”, che sono circa il 43% della popolazione. Interessante, invece, il dato sul tasso di motorizzazione con «63.2697 auto ogni 100 abitanti», che ci fa schizzare al 43esimo posto per questa singola voce.

  • Giustizia e Sicurezza

Rispetto alle due voci precendeti qui andiamo meglio. Messina, infatti, in questa macro-categoria si posiziona al 76esimo posto. La categoria prende in esame tra gli altri: riciclaggio e impiego di denaro, furti in abitazione, truffe e frodi informatiche. Qui sono due le voci che saltano all’occhio: “Quota cause pendenti ultratriennali” circa 40.5556,  in percentuale sul totale delle pendenze e “Indice di litigiosità” con 1.377 cause civili iscritte ogni 100mila abitanti.

  • Affari e Lavoro

Messina in questa macro-categoria che classifica la “Qualità della vita” si posiziona al 93esimo posto. La categoria prende in esame, tra gli altri: imprese in fallimento, diffusione del reddito di cittadinanza, gap occupazionale tra maschi e femmine. Il dato più sconfortante è quello relativo a “Imprese in rete” che ottiene punteggio 0 e ci fa arrivare all’ultimo posto nazionale.

  • Demografia e Società

Questa è indubbiamente la categoria in cui Messina va meglio, posizionandosi al 33esimo posto. La categoria prende in esame tra gli altri: consumo di farmaci da ipertensione, tasso di mortalità, indice di vecchiaia. Il dato peggiore è relativo a “Consumo di farmaci per diabete” con 44.8834 unità minime pro-capite.

  • Cultura e Tempo libero

Per l’ultima macro-categoria della classifica “Qualità della vita”, Messina arriva al 78esimo posto. La categoria prende in esame, tra gli altri: indice di lettura di quotidiani, offerta culturale, palestre e cinema. Due i dati peggiore: la partecipazione elettorale con il 39,4% e la presenza di piscine.

L’indagine completa qui.

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