Con il Ponte sullo Stretto di nuovo in auge, esce dal silenzio anche il movimento No Ponte. Il governo nazionale sta puntando sul rilancio dell’opera dopo decenni di dibattiti e promesse, ma adesso a intervenire sono i cittadini contrari che si sono opposti duramente alla creazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria.
«Quasi 10 anni fa – si legge in una nota del Movimento – si era mandato in soffitta il progetto di costruzione del Ponte sullo Stretto. In questi 10 anni non sono mancati i tentativi di riesumarlo, ma, sebbene a parole la quasi totalità del quadro politico si pronunciasse favorevolmente, nei fatti la promessa (la minaccia, per noi) di riprenderne l’iter è apparsa sempre più argomento da campagna elettorale che altro. Adesso il quadro sembra essere mutato».
L’attacco sferrato è diretto al nuovo esecutivo e al titolare del dicastero delle Infrastrutture, Matteo Salvini, uno dei promotori più attivi del Ponte sullo Stretto nella coalizione di centrodestra.
«L’investimento politico sul Ponte – aggiungono – fatto dalla compagine uscita vincitrice dalle elezioni è tale per cui il neo ministro delle infrastrutture è stato obbligato a muovere fin da subito i primi passi in direzione dell’aggiornamento del progetto. D’altronde, la convergenza tra Governo nazionale e Governi regionali calabrese e siciliano su questo tema sembrerebbe costituire una tempesta perfetta. Il movimento No Ponte, ed i cittadini dell’area dello Stretto, con tante mobilitazioni ed iniziative di informazione, aveva contribuito a bloccare l’iter progettuale e l’avvio dei cantieri. Attraverso un’articolata combinazione di iniziative di piazza e di controinformazione sulla natura devastante e speculativa del Ponte sullo Stretto si era completamente ribaltato il consenso che inizialmente sembrava tutto a vantaggio della Grande Opera».
«Tutto ciò – prosegue il comunicato – ha rappresentato una grande esperienza di partecipazione popolare a difesa del territorio e dell’ambiente. Non c’è alcun dubbio che il futuro diverso per il nostro territorio, immaginato dalle migliaia di partecipanti alle iniziative No Ponte, non ha trovato un quadro politico capace di accogliere quella richiesta e quelle proposte. La Grande Opera sembra, così, tornare come scelta per disperazione».
Il movimento No Ponte riprenderà le mobilitazioni contro il Ponte sullo Stretto
Il Movimento No Ponte promette dunque il ritorno in piazza, chiamando a raccolta tutti i cittadini.
«Tocca, dunque, a noi riprendere le mobilitazioni. Tocca a tutti noi – spiegano – contrastare la disperazione che fa preferire la devastazione in cambio della promessa di posti di lavoro che non arriveranno mai. Tocca a noi fermare il partito degli affari. Tocca a tutti noi difendere il paesaggio dello Stretto. Tocca a noi intraprendere un nuovo percorso di controinformazione. Spiegare, ad esempio, che non è per nulla vero che il progetto sia approvato e pronto, mancando ancora nel 2013 il parere del Ministero per l’ambiente, oppure dire agli abitanti dei milioni di mc. di materiali di scavo da smaltire e informare la popolazione che la campata unica più lunga al momento è di poco più di 2000 m. mentre questa sarebbe di 3.330. Insomma, è il nostro un No ideologico o è il loro un Sì ideologico?».
«Abbiamo ripreso – concludono – il cammino. Non ci fermeremo se non quando il Ponte sarà cancellato dal futuro del nostro territorio e si sarà affermato, definito, avviato lo sviluppo dei necessari interventi per la tutela del territorio, dell’ambiente, degli edifici e la costruzione delle strutture e infrastrutture in grado di creare lavoro vero e stabile in misura anche maggiore».
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