«Lo sviluppo del Mezzogiorno passa attraverso la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina»: con queste parole le deputate siciliane di Forza Italia Matilde Siracusano e Stefania Prestigiacomo si rivolgono al premier Mario Draghi all’indomani dell’audizione in Commissione del Ministro delle Infrastrutture. «Non siamo soddisfatti della risposta di Giovannini, che non chiarisce la reale intenzione del Governo».
Nella mattinata di ieri il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Enrico Giovannini, è intervenuto in audizione alla Camera dei Deputati, durante una Seduta della Commissione Trasporti per illustrare la relazione del gruppo di lavoro sulle possibili soluzioni per la realizzazione di un collegamento stabile sullo Stretto di Messina. La principale novità emersa dalle parole dell’esponente del Governo Draghi riguarda l’intenzione di avviare un nuovo studio di fattibilità che metta a confronto due progetti per il Ponte (uno a una campata, l’altro a più campate) da concludersi entro la primavera del 2022.
L’intervento di Giovannini, però, non ha convinto le deputate Matilde Siracusano e Stefania Prestigiacomo che oggi si rivolgono al Presidente del Consiglio: «In passato – scrivono in una nota –, purtroppo, il pregiudizio ideologico ha più volte bloccato questa infrastruttura strategica; oggi finalmente la stragrande maggioranza delle forze politiche presenti in Parlamento giudicano, invece, indispensabile e non più rinviabile un collegamento stabile e veloce tra Sicilia e Calabria. Collegamento che porterebbe sviluppo, crescita, lavoro e turismo».
«Il Parlamento – sottolineano le deputate – negli ultimi mesi ha votato diversi atti di indirizzo nei quali viene chiesto al governo di reperire i fondi per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Oggi (ieri, ndr) in Commissione Trasporti, il ministro Giovannini, nonostante abbia espresso il positivo intento del Governo rispetto alla realizzazione dell’opera, ha lanciato l’idea di un nuovo studio di fattibilità tecnico-economica su due progetti a confronto, da affidare a Italferr e da completarsi entro giugno del 2022. Questa decisione ci ha lasciato perplessi, e il timore dei cittadini siciliani e calabresi è che si voglia perdere ulteriore tempo: ci sembra una enormità prevedere quasi un anno per un nuovo approfondimento».
«Non siamo soddisfatti dalla risposta di Giovannini – concludono Siracusano e Prestigiacomo –, che non chiarisce la reale intenzione del governo. Ci appelliamo al premier Draghi, dunque, per capire quali siano i reali intendimenti dell’esecutivo. Per realizzare questa grande opera serve correre, non calciare ancora una volta la palla in tribuna».
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