Per Silvio Berlusconi il Ponte sullo Stretto di Messina è la prima cosa da fare. Il leader di Forza Italia si inserisce nel dibattito che da qualche giorno è tornato al centro della politica siciliana dichiarando che, sostanzialmente: «Ci vuole un piano Marshall apposta per la Sicilia».
Risale alla scorsa settimana l’apertura del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio che ha parlato del Ponte come di un’opera da valutare per lo sviluppo del corridoio Napoli-Palermo. A seguire, l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone ha annunciato la posa della prima pietra entro il 2023.
«Serve un grande piano per il Sud, soprattutto per le infrastrutture. Sono stato in Sicilia e ho trovato un disastro: è una regione in agonia – ha dichiarato il Presidente di Forza Italia in un’intervista rilasciata a Telelombardia. Il Ponte sullo Stretto è la prima cosa da fare. Fosse stato per noi l’avremmo già fatto, ma la sinistra al Governo con Di Pietro come ministro delle infrastrutture l’ha reso impossibile».
Dopo le dichiarazioni rilasciate da più forze politiche nelle ultime settimane e, in particolare, a seguito delle parole dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, è arrivata puntuale anche la reazione del Movimento 5 Stelle (M5S) e, in particolare, dei suoi rappresentanti messinesi.
«Il tema del Ponte sullo Stretto di Messina torna a intervalli regolari – dichiarano i portavoce del M5S a Francesco D’Uva, Valentina Zafarana e Antonio De Luca – come seguisse una logica che va di pari passo con le campagne elettorali del tempo. È inaccettabile. Noi, che abbiamo le idee chiare e non seguiamo logiche politiche pre-elettorali, sul dibattito del Ponte ci siamo sempre schierati in maniera univoca. Non lo vogliamo».
Per i pentastellati messinesi, infatti, il Ponte sullo Stretto non è una priorità, anzi: «Prima di pensare ad opere mastodontiche – afferma Francesco d’Uva – è doveroso ristrutturare il sistema dei trasporti in Sicilia, dove a farla da padrone sono strade e autostrade colabrodo, reti ferroviarie scandalose, una continuità territoriale mai rispettata».
Ma non solo. Grazia D’Angelo, candidata con il M5S all’uninominale a Messina conclude affermando: «Realizzare il Ponte sullo Stretto è antieconomico, considerando che il tempo di ritorno del denaro speso sarebbe stimato in 600 anni. Tra l’altro, con i 10 miliardi che si intendono investire in denaro pubblico, potremmo dare ai siciliani una rete stradale e ferroviaria degna di questo di nome».
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