Avrebbe compiuto 52 anni ad agosto, Vincenzo Saja, il paziente che la scorsa notte al Policlinico ha donato i suoi reni e il fegato. Una morte per emorragia cerebrale, che regala speranza ad altre persone in lista d’attesa. Un gesto di solidarietà reso concreto dalla famiglia e in particolare dalla figlia Dara, che ha dato il suo assenso e ha voluto fortemente che la storia del papà potesse essere raccontata. «Lui era un buono – ha detto Dara – sarebbe stato di certo d’accordo per la donazione».
Da sempre nel settore della ristorazione, Vincenzo Saya, messinese, era un amante dello sport, in particolare del nuoto; aveva infatti partecipato a molte traversate sullo stretto ottenendo spesso ottimi risultati. Da qualche tempo aveva un po’ rallentato i ritmi, ma la voglia di raggiungere nuovi traguardi lo ha sempre accompagnato, animato da grande positività.
L’équipe proveniente da Palermo e Catania ha concluso le operazioni di prelievo questa mattina, intorno alle 7.30. Il fegato e un rene sono andati all’Ismett di Palermo, mentre l’altro rene al Policlinico Vittorio Emanuele di Catania.
Un grazie particolare al donatore e alla sua famiglia, che anche l’azienda Policlinico vuole esprimere per la grande sensibilità dimostrata. A seguire il processo che dalla donazione conduce al prelievo è stato come sempre il Coordinamento per la Donazione e il Trapianto di Organi dell’azienda ospedaliera universitaria, diretto dal dottor Francesco Puliatti e dalla referente dottoressa Olivia Penna. Attività, quelle portate avanti dal coordinamento locale che ben si inseriscono in una visione aziendale che di certo mira a promuovere e incentivare la cultura della donazione. Un atto d’amore, quello di Vincenzo, in linea con una vita orientata a raggiungere traguardi; quest’ultimo adesso consente ad altri di ripartire.
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