Primo Maggio con il Pinelli alla Casa del Portuale per festeggiare insieme la giornata dei lavoratori. Si comincia di buon ora alle 9.00 con il Cantiere aperto e libero: lavori di immaginazione, pulizia e bonifica. Dopo il pranzo, in cui «ognuno porta ciò che vorrebbe trovare», si prosegue alle 16.30 con “In-Vertenze”, un incontro con lavoratori della coop l’Italia che per anni hanno lavorato alla casa del portuale e con i lavoratori in lotta della città di Messina. All’incontro prenderanno parte anche Silvia e Pietro di “lavoro culturale” che con il progetto “Com’è bella l’imprudenza” stanno seguendo le occupazioni di teatri in giro per l’Italia. E se al teatro Vittorio Emanuele è stato rinviato a data da destinarsi lo spettacolo “1952 a Danilo Dolci”, nell’attesa che l’approvazione della legge di bilancio regionale faccia chiarezza sul futuro dell’Ente Teatro, ci penseranno i ragazzi del Pinelli a ricordare questa grande figura un po’ dimenticata. Alle 21.00, infatti, ci sarà la proiezione di “È vietato digiunare in spiaggia. Ritratto di Danilo Dolci”. «Esistono contrade — scriveva Dolci — ove il diritto al lavoro è alla gente come appiccicosa striscia per mosche — più si dibattono più vi si impigliano —,esistono contrade ove è come il profumato nettare di alti fiori di acacia per mosche — pure sognanti il miele — senza le ali». Dolci è stato architetto, sociologo, pedagogo, poeta, e si è occupato dei problemi della fame in Sicilia, dell’acqua, della mafia, della comunicazione di massa, “È vietato digiunare in spiaggia” tratta soprattutto del famoso processo che subì per aver organizzato lo sciopero alla rovescia il 2 febbraio 1956. Rifacendosi all’art.4 della Costituzione, per protestare contro la disoccupazione e la miseria, invece di incrociare le braccia o assaltare sedi padronali o istituzionali, i manifestanti agirono in modo assolutamente pacifico, sistemando una vecchia strada impraticabile. L’azione nonviolenta non fu portata a termine per l’intervento delle forze dell’ordine. Dolci fu incarcerato, processato e, nonostante l’arringa in sua difesa fosse pronunciata da Calamandrei — uno dei padri della Costituzione Italiana – condannato. «Elio Vittorini, Giorgio Napolitano, Norberto Bobbio, Aldo Capitini, Furio Colombo, Carlo Levi, Bruno Zevi, Padre David Maria Turoldo, Don Zeno Saltini, Bertrand Russell, Jean Paul Sartre, Luca Cavalli Sforza, Giacomo Manzù, Aldous Huxley, Erich Fromm, Vittorio Gassman, Sir Laurence Olivier, Joan Baez, Piero Calamandrei, Ferruccio Parri. Può una persona che è stata in contatto e ha avuto collaborazioni con personalità di tale levatura — scrivono gli attivisti del Pinelli —, riconosciuta a livello internazionale, più volte candidata al Premio Nobel per la Pace, vincitrice del Premio Lenin, essere quasi del tutto cancellata dalla memoria collettiva? Nel nostro paese sì. E molto spesso tocca al mondo dell’arte ridare vita a figure importanti che le istituzioni non hanno saputo, o voluto, mantenere vive».
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